Coronavirus in Italia, 21 morti. Ospedale Sacco: situazione non sarà rapidamente risolta. Altra emergenza a Lodi

28 febbraio 2020

“Scordiamoci che sia una situazione che possa essere rapidamente risolta, è un dato di fatto”. Non usa giri di parole, Massimo Galli, primario del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, sottolineando che “abbiamo un numero di infezioni che si sono verificate localmente decisamente alto”.  Galli ha spiegato che “questo in larghissima misura è avvenuta prima della presentazione della persona che ha messo in crisi l’ospedale di Codogno che inconsapevolamente l’ha accolta. Noi dobbiamo riuscire a ridurre questa diffusione in modo da passare dai 2-2,5 casi per ogni persona infettata a meno di 1. Questa non è una cosa che si fa da sola. Già adesso, per un’epidemia di questa scala, l’organizzazione di risposta che poteva essere messa in campo dalla Regione Lombardia è ai limiti di tenuta soprattutto per la gestione dei pazienti di maggiore gravità”.

Intanto, Angelo Borrelli, nel corso della conferenza stampa quotidiana ha aggiornato i dati sul coronavirus in Italia: “Le persone ammalate sono 821, 46 le persone guarite, 21 i morti”. Il capo della Protezione civile,  ha sottolineato che i tre deceduti di oggi sono “tre ultraottantenni e un ultrasettantasettenne e non sono deceduti per coronavirus, o meglio, non sappiamo ancora se sono morti in conseguenza del coronavirus, lo stabilirà l’Istituto Superiore di Santà”. “Un dato importante che voglio comunicare è che la metà degli 821, 412, sono persone che sono asintomatiche o con sintomi lievi che non hanno bisogno di ospedalizzazione; 345 poi sono le persone ricoverate in ospedale con sintomi e 64 in terapia intensiva”.

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Ma a Lodi è ancora in emergenza per il Coronavirus. Una raffica di ricoveri per Covid19 ha affollato l’ospedale già in carenza. “Purtroppo questa notte è scoppiata un’altra emergenza a Lodi. A Lodi improvvisamente nel pomeriggio di ieri c’è stata un affollamento di ricoveri: 51 ricoveri gravi di cui 17 in terapia intensiva. Lodi non ha un numero sufficiente di camere di terapia intensiva per cui sono stati trasferiti in altre terapie intensive della Regione” ha spiegato il governatore della Lombardia Attilio Fontana, intervistato da Mirta Merlino a L’Aria che tira. “Se si ridesse meno della mascherina e si guardasse il problema più attentamente credo che sarebbe saggio”, ha polemizzato Fontana travolto dalle polemiche per il video comparso su Facebook in cui il governatore indossava la mascherina.

La Regione Lombardia fa sapere: “In base ai casi accertati la diffusione del virus è ancora circoscritta e l’incidenza è alta in alcune aree pari a circa al 4% della popolazione regionale. Il Covid-19 per il 90% dei pazienti è facilmente risolvibile, ma nel restante 10% dei casi, soprattutto se anziani o con un quadro clinico compromesso, richiede il passaggio in terapia intensiva. Nelle zone ad alta incidenza gli ospedali (Codogno, Lodi, Cremona, Alzano) hanno dovuto affrontare situazioni emergenziali sia per l’elevato numero di casi, sia perché l’11% delle positività riguarda operatori sanitari. Fino ad oggi il resto della rete ospedaliera è ancora in grado di dare risposta”. Dalle prime evidenze, sempre secondo la Regione Lombardia, ogni soggetto positivo trasmette il COVID-19 ad altre 2 persone (r0=2). “Se la diffusione si estende, gli ospedali andranno in grave crisi non solo per i ricoveri da Coronavirus ma per tutti i pazienti. Infatti, sono numerose le patologie che richiedono il ricorso alle cure intensive ma i posti disponibili sono limitati”.

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Università di Milano, origine del virus a tra ottobre e novembre Sulla base delle stime effettuate, l’origine dell’epidemia da SARS-CoV-2 può essere collocata tra la seconda metà di ottobre e la prima metà di novembre 2019, alcune settimane prima quindi rispetto ai primi casi di polmonite identificati. La stima del numero riproduttivo (il numero di casi generati da ogni singolo caso), ovvero il parametro che misura la rapidità con cui il virus viene trasmesso, ha consentito di evidenziare una vera accelerazione nella capacita’ di propagazione del virus, una spinta espansiva databile a dicembre 2019. Sono alcuni dei risultati emersi dello studio firmato dall’Universita’ degli Studi di Milano, in pubblicazione in questi giorni sul Journal of Medical Virology, e inviati dalla rivista all’Oms. Sono stati ricostruiti i primi mesi di vita dell’epidemia Covid-19 nel lavoro dell’equipe di Gianguglielmo Zehender, Alessia Lai e Massimo Galli del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche dell’Università di Milano e il Centro di Ricerca coordinata Episomi (epidemiologia e sorveglianza molecolare delle infezioni che fa capo alla stessa Universita’ Statale di Milano).

RIAPRE L’ACQUARIO DI GENOVA

L’Acquario di Genova, la principale attrazione turistica del capoluogo ligure, riapre domani dopo lo stop di quasi una settimana dovuto all’emergenza coronavirus. Lo ha annunciato Costa Edutainment, la società che gestisce la struttura. Oltre all’Acquario, nell’area del Porto antico di Genova riapriranno i battenti da domani la Biosfera e l’ascensore panoramico Bigo. Nei giorni di chiusura, scattata in maniera cautelativa da lunedì scorso, Costa Edutainment ha effettuato una speciale e approfondita sanificazione del percorso espositivo dell’Acquario e, in occasione della riapertura, manterrà il rafforzamento del presidio delle pulizie e metterà a disposizione del pubblico dispenser con gel disinfettante, invitando i visitatori a seguire tutte le precauzioni e le indicazioni fornite dal Ministero della Salute.

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