Coronavirus, l’Europa dice sì a più flessibilità su aiuti Stato e Patto stabilità

Coronavirus, l’Europa dice sì a più flessibilità su aiuti Stato e Patto stabilità
Charles Michel
11 marzo 2020

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha illustrato a Bruxelles l’esito della inusuale videoconferenza dei capi di Stato e di governi dell’Ue tenutasi questa sera sull’emergenza coronavirus, sottolineando la volontà di rafforzare il coordinamento e la cooperazione fra i governi dei Ventisette e la Commissione, e di affrontare le conseguenze socioconomiche della crisi anche con “un’applicazione flessibile degli aiuti di Stato e del Patto di stabilità e crescita”. I leader, ha esordito Michel “hanno espresso innanzitutto simpatia per l’Italia e altri Stati membri che sono stati gravemente colpiti”. “Durante la videoconferenza – ha proseguito – abbiamo sottolineato la necessità di lavorare insieme, di fare tutto il necessario e di agire rapidamente”. I leader “hanno sottolineato la necessità di un approccio europeo comune e di uno stretto coordinamento con la Commissione europea. I ministri della Sanità e/o i ministri degli Interni dei Ventisette si consulteranno quotidianamente per garantire un coordinamento adeguato e puntare a un orientamento europeo comune”.

“Durante l’incontro – ha riferito Michel – sono state scambiate informazioni e prassi e sono state identificate quattro priorità: inanzitutto, limitare la diffusione del virus. Gli Stati membri hanno convenuto che la salute dei nostri cittadini è la prima priorità e che le misure da prendere devono essere fondate su una base scientifica e consulenza medica. Le misure devono essere proporzionali in modo da non avere conseguenze eccessive per le nostre società nel loro complesso. I leader hanno inoltre concordato che su questo punto condivideranno tutte le informazioni pertinenti attraverso i meccanismi di coordinamento esistenti”, in particolare l’Ipcr (Integrated Political Crisis Response) e l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) di Stoccolma.

In secondo luogo, ha continuato il presidente del Consiglio europeo, “la fornitura di attrezzature mediche. C’è un accordo per incaricare la Commissione di analizzare le esigenze e proporre iniziative per prevenire le carenze” in questo settore. “La Commissione continuerà nel suo impegno con l’industria e cercherà di organizzare degli appalti pubblici di forniture congiunti. Inoltre, la Commissione intende acquistare dispositivi di protezione individuale attraverso il quadro di protezione civile (RescEU)”. Inoltre, “è necessario garantire il corretto funzionamento del mercato interno e evitare ostacoli ingiustificati” agli scambi. “Particolare attenzione deve essere data alle mascherine e ai respiratori”, ha rilevato Michel. Il terzo punto è quello della promozione della ricerca, in particolare per trovare un vaccino contro il coronavirus. “Gli Stati membri hanno sottolineato l’importanza di rafforzare gli sforzi in materia di ricerca. La Commissione ha già mobilitato 140 milioni di euro di fondi e selezionato 17 progetti per farlo”, ha ricordato il presidente del Consiglio europeo.

La quarta priorità, infine, riguarda le conseguenze socioeconomiche della crisi da affrontare. L’Unione e i suoi Stati membri sono “pronti a utilizzare tutti gli strumenti che saranno necessari. In particolare – ha annunciato Michel -, affronteremo qualsiasi impatto sulla liquidità, sosterremo le Pmi e i settori specifici interessati e i loro dipendenti. Sarà necessaria – ha sottolineato – un’applicazione flessibile delle norme dell’Ue, in particolare per quanto riguarda gli aiuti di Stato e il Patto di stabilità e crescita”. “Sarà naturalmente responsabilità della Commissione – ha ricordato – prendere le decisioni a questo riguardo. La Commissione seguirà da vicino gli sviluppi economici nell’Unione e prenderà tutte le iniziative necessarie”. “Il Consiglio europeo – ha concluso Michel – tornerà sulla questione durante il vertice del 26-27 marzo per prendere ulteriori decisioni se saranno necessarie”, che si svolgerà a Bruxelles fisicamente, e non in videoconferenza, sviluppi dell’epidemia in Europa permettendo.

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