In un nuovo intervento teletrasmesso, in serata, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato la chiusura di ogni attività produttiva non necessaria in tutto il Paese. E’ la fine di una giornata drammatica quella di ieri, l’ennesima, che ha fatto registrare il numero più alto di decessi in Italia tra i contagiati da coronavirus, e il premier torna a parlare alla Nazione. Il premier sceglie di nuovo la diretta facebook, trasmessa in diretta da tutte le emittenti televisive nazionali, con gli italiani incollati allo schermo ad attendere le nuove istruzioni.
L’Italia chiuderà tutte le attività non ritenute essenziali nell’intero territorio del Paese. Nuove misure valide da lunedì 23 marzo fino al 3 aprile, restano aperti supermercati, negozi alimentari, farmacie, parafarmacie, banche, poste, tabaccai ed edicole e servizi per l’informazione. “La decisione scelta dal Governo è quella di chiudere in ogni zona del Paese ogni attività che non sia essenziale a svolgere i servizi necessari. Abbiamo stilato una lista delle filiere e dei servizi più necessari Restano aperti – annuncia Conte – supermercati e negozi di generi alimentari e di prima necessità. Nessuna restrizione sui giorni di apertura dei supermercati, non c’è ragione di fare la corsa per la spesa o creare code. Resteranno aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali, finanziari e assicurativi. Assicureremo i trasporti, oltre le attività connesse e funzionali a quelle consentite. Consentiremo solo svolgimento di lavoro in modalità smart working e le attività produttive ritenute rilevanti. Rallentiamo il motore del Paese, ma non lo fermiamo. E’ una decisione che ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio, che si rende necessaria a contenere quanto più il contagio”.
Un discorso dai toni drammatici, dopo i numeri delle morti con il coronavirus senza eguali nel mondo. “Sin dall’inzio ho scelto la linea della trasparenza e di non minimizzare – attacca Conte – e di non nascondere la realtà, ho scelto di rendere tutti voi partecipi della crisi più difficile che il Paese sta vivendo dopo il Dopoguerra. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Non sono semplici numeri, quelli che piangiamo sono persone e storie di famiglie che perdono gli affetti più cari. Dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole con pazienza, fiducia. Sono mtisure severe, rimanere a casa e rinunciare a radicate abitudini, ma non abbiamo alternative. Dobbiamo resistere, solo in questo modo riusciremo a tutelare le persone. Nei ruoli cruciali del Paese c’è chi rischia molto di più, penso a medici, infermieri, farmacisti, militari, lavoratori dei servizi pubblici e dell’informazione. Donne e uomini che compiono ogni giorno un atto di amore nei confronti dell’Italia. Lo Stato c’è, è qui, il Governo interverrà con misure straordinarie che ci faranno ripartire quanto prima. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte. Quelle rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e tornare ad abbracciare le nostre famiglie, tornare a lavorare. Uniti ce la faremo”. La luce in fondo al tunnel c’è sempre, ma resta ancora lontana.