La Francia ha paura del Coronavirus: superati i primi duecento contagi, i morti sono quattro, uno è un insegnante di questa scuola a Crepy en Valois, in Oise, a nord di Parigi. Le autorità francesi hanno chiuso circa 120 scuole del dipartimento, il più toccato dall’epidemia. Restano a casa circa 35mila studenti. Bloccati come in Italia tutti i viaggi scolastici, proibite le riunioni con oltre cinquemila persone. Il presidente francese Emmanuel Macron ha annullato diversi appuntamenti. Intanto preoccupa anche lo svolgimento delle elezioni amministrative; la sindaca di Parigi Anne Hildago spiega di attendere decisioni dal ministero dell’Interno. E il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, promette lotta alle speculazioni su guanti, mascherine e prodotti sanitari.
Ma assicura anche supporto economico: “Per tutti gli attori del turismo, degli alberghi, di ristoranti e spettacoli”. Macron ha anche ordinato il sequestro di tutte le maschere protettive disponibili nel Paese spiegando che il provvedimento serve per distribuire le maschere al personale sanitario e ai malati. “Requisiamo tutte le scorte e la produzione di maschere protettive. Le distribuiremo agli operatori sanitari e ai francesi colpiti dal Coronavirus” ha scritto Macron su Twitter. L’ultimo bilancio parla di oltre 90mila contagi (90.893) e 3.110 morti in tutto il mondo. Nelle ultime 24 ore la Cina ha riportato 129 nuovi casi, il dato più basso dal 20 gennaio. Sono i numeri diffusi dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus secondo cui “i dati che provengono dalla Cina evidenziano che solo l’1% dei casi non manifesta sintomi e molti di questi casi sviluppano sintomi entro due giorni”. Mentre secondo i dati dell’università americana John Hopkins, le vittime sono 3.117, quelle guarite 48.101.
Intanto oltremanica il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato il suo piano anti virus, incluso l’intervento eventuale dell’esercito: “Abbiamo piani stabiliti da tempo per la sicurezza pubblica; la polizia darà la priorità alle cose necessarie e l’esercito è sempre pronto a intervenire, ma questo è nello scenario peggiore”. Le autorità comunque cercano di essere rassicuranti. Come il professor Chris Whitty, responsabile sanitario numero uno del Regno: “Nell’insieme, se ci basiamo sull’esperienza cinese, circa l’un per cento delle persone che contraggono il virus morirà. Per essere chiari questo significa che il 99% vivrà. Ed è certamente possibile che a contrarre il virus siano percentuali più numerose di quello che sappiamo, ma senza sintomi, e quindi il tasso di mortalità sarebbe più basso”.
SEI MORTI IN USA
Altre quattro persone sono morte per il coronavirus nello Stato di Washington, nell’Ovest degli Stati Uniti. In totale sono sei i morti per il Covid-19 nello Stato di Washington, dove nello scorso fine settimana è stato proclamato lo stato di emergenza. Cinque decessi sono avvenuti nell’area di Seattle. I contagiati nella regione sono al momento 18. C’è anche un primo contagiato in Arabia Saudita. Il primo caso di coronavirus nel Paese, è stato identificato in un uomo arrivato dall’Iran attraverso il Bahrein. Il ministero della Salute di Riad ha detto di aver inviato immediatamente una squadra di sanitari per verificare le condizioni dell’uomo e prelevare un campione da esaminare come misura precauzionale. I risultati dell’esame hanno confermato che l’uomo è malato di COVID-19. Tutte le persone che sono entrate in contatto con l’uomo state sottposte a test e sono in osservazione in isolamento in ospedale.
E c’è pure un primo caso di coronavirus in Russia, si tratta di un giovane rientrato recentemente dall’Italia dove era stato in vacanza. Il giovane russo si è ammalato in Italia. E’ rientrato il 23 febbraio e ha trascorso i giorni dal rientro in una abitazione privata nella regione di Mosca. Quando ha riscontrato i sintomi del coronavirus, un’infezione acuta delle vie respiratorie, si è rivolto alle autorità sanitarie ed è stato ricoverato in un ospedale per malattie infettive.
L’EUROPARLAMENTO
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha emesso oggi a Bruxelles una decisione che, in considerazione dei rischi di diffusione del contagio del coronavirus Covid-19, sospende per tre settimane, a partire da oggi (con possibilità di rinnovo del termine), tutte le riunioni non essenziali al funzionamento dell’Istituzione, comprese tutte le visite, le audizioni, i seminari e altri eventi di qualsiasi tipo. Continueranno a svolgersi solo le riunioni delle commissioni europarlamentari e dei gruppi politici, delle sessioni plenarie (ma non si specifica se a Strasburgo o a Bruxelles) e dei servizi tecnici del Parlamento. Salterà probabilmente anche l’audizione in commissione Ambiente della giovane attivista svedese Greta Thurnberg, che era prevista per mercoledì prossimo. La decisione prevede inoltre che sia negato l’accesso al Parlamento europeo a chiunque sia stato negli ultimi 14 giorni in uno dei Paesi, o delle regioni nel caso dell’Italia, più colpite dall’epidemia. Queste località sono indicate in una lista che sarà aggiornata domani, e che comprende per ora: Cina, Hong Kong, Iran, Italia (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto), Giappone, Singapore, Corea del Sud.
L’accesso verrà negato anche a coloro che sanno di essere stati in contatto con persone per le quali è stato confermato il contagio dal Covid-19, a meno che non abbiano ricevuto conferma dal medico di non essere stati contagiati a loro volta. Tutte le persone esterne che intendono accedere al Parlamento europeo, compresi i giornalisti, dovranno d’ora in poi dichiarare allo staff della sicurezza all’entrata se sono stati negli ultimi 14 giorni in uno dei paesi o regioni compresi nella lista. In questo caso, si vedranno negare l’accesso. Norme aggiuntive potranno essere applicate anche agli eurodeputati e allo staff, da parte delle autorità competenti. La settimana scorsa una circolare di servizio aveva imposto a tutto il personale misure di auto-quarantena e, se possibile, la continuazione della loro attività via tele-lavoro, se si erano recati negli ultimi 14 giorni nelle località della lista. Misure simili sono state anche “raccomandate” agli stessi eurodeputati. Coronavirus, scarseggia carta igienica a Tokyo: “Finita ovunque”.
GIAPPONE, SCARSEGGIA CARTA IGIENICA
I generi di prima necessità sono andati a ruba nei supermercati di diversi paesi colpiti dal coronavirus. In Giappone scarseggia la carta igienica dopo che i giapponesi presi dal panico hanno saccheggiato scaffali di negozi e farmacie, ancora di più dopo l’annuncio del primo ministro Shinzo Abe della chiusura delle scuole fino ad aprile. Nel Paese i casi di contagio aumentano e in particolare l’epicentro sembra essere l’isola di Hokkaido ma la corsa compulsiva agli acquisti appare ingiustificata. In alcuni negozi di Tokyo le vendite vengono centellinate e capita di leggere cartelli con scritto: “Un solo rotolo a persona”. “Niente carta igienica. E’ finita ovunque” dice una donna. “Non è questione di fare la fila, l’ho cercata in due negozi ma è finita dappertutto”. “In Giappone sono le donne che si preoccupano di più – dice un’altra – pensano sempre di dover avere una scorta sufficiente in casa. Alcuni si sono messi in fila alle 5 del mattino per compare rotoli, io ho lavorato fino a tardi ieri sera quindi non sono riuscita ad arrivare così presto, sono venuta alle 7 del mattino con un amica”. Qualcuno è più ottimista: “Non siamo una grande famiglia. Non sono così preoccupata, credo che tra poco saremo di nuovo in grado di comparla”.
IRAN
La nuova epidemia coronavirus ha ucciso altre 11 persone in Iran, portando il bilancio delle vittime a 77 nel paese. Lo ha annunciato oggi il vice ministro della sanità Alireza Raisi come riportano media ufficiali. Un totale di 2.336 persone sono state infettate dall’inizio della malattia in Iran, ha annunciato Raïsi durante il briefing quotidiano sulla stampa del suo ministero sull’epidemia. Tra lunedì e martedì, altre 835 persone sono risultate positive per Covid-19, come riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Irna.
SENEGAL
Secondo caso di Coronavirus in Senegal: si tratta di un 80enne francese residente a Sarcelles, nella periferia di Parigi, giunto nel Paese africano lo scorso 29 febbraio. Lo ha annunciato il ministero della sanità e dell’azione sociale del Senegal, 24 ore dopo l’annuncio ufficiale del primo caso.