E purtroppo c’è una quarta vittima in Italia per coronavirus. Si tratta di un 84 enne di Bergamo. I contagiati nel Paese al momento sono oltre 200, l’Italia è diventata uno dei principali fronti nella lotta al coronavirus fuori dalla Cina. Resta dietro solo alla Corea del Sud (602 casi), superando il giappone (fermo a 135, secondo i dati della Johns Hopkins University). Il caso Italia allarma ora tutta Europa e in particolare i paesi vicini, con Francia, Svizzera e Austria che non escludono eventuali contromisure se la situazione dovesse peggiorare. Fono a questo momento si registrano – stando agli ultimi contagi – 165 casi in Lombardia, 27 in Veneto, 16 in Emilia-Romagna, 3 in Piemonte , 3 in Alto Adige e 2 nel Lazio.
Il Capo della Protezione Civile ha poi sottolineato che fino a questo momento sono stati effettuati “oltre 3000 i tamponi effettuati in tutta Italia”. Sono già disponibili “migliaia di posti” letto in decine di strutture militari in Italia nel caso fosse necessario mettere i cittadini in quarantena ha spiegato Borrelli, spiegando che l’Esercito ha messo ha disposizione 3.412 posti letto in oltre mille camere, mentre l’Aeronautica ne ha dati circa 1.750. “Abbiamo fatto inoltre una ricognizione con le regioni per gli alberghi – ha aggiunto – e siamo pronti ad utilizzarli”.
TRENO BLOCCATO AL BRENNERO
Un treno proveniente da Venezia e diretto a Monaco di Baviera è stato bloccato alla frontiera del Brennero dalle autorità austriache per due casi sospetti di Coronavirus a bordo, due turiste tedesche con la febbre. Lo riferisce il portale austriaco Oe24, che riporta anche le parole del ministro degli Interni Karl Nehammer: “Le Ferrovie dello Stato italiane hanno informato quelle austriache che sul treno ci sono 2 persone con sintomi di febbre. L’ÖBB ha quindi informato le operazioni e il centro di coordinamento del Ministero degli Interni. Il capitano distrettuale responsabile del distretto di Innsbruck-Land è stato in grado di impedire l’ingresso in Austria con una rapida reazione. Il treno è ora alla stazione di confine del Brennero sul territorio italiano. L’ulteriore procedura è attualmente coordinata e verificata insieme alle autorità italiane”.
LOMBARDIA
“Abbiamo registrato un nuovo decesso a Crema, è una signora anziana già ricoverata – ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera -. Ad oggi abbiamo eseguito 800 tamponi, 112 soggetti sono risultati positivi, pari a una media del 12%. I ricoverati sono 53 di cui 17 in terapia intensiva, ma il 40% con una cura lieve superano il virus”.
Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, spiega che “in Lombardia ci sono due zone: una dove il contagio è più diffuso che è definita ‘zona rossa’, nel basso lodigiano, oggetto anche del provvedimento del governo per impedire l’accesso e l’allontanamento. In pratica un provvedimento che blinda questa zona. Il secondo provvedimento che adotteremo oggi si riferisce al resto della regione definita ‘zona gialla’ in cui vengono posti una serie di divieti che vanno nella direzione di impedire che si verifichino situazione che possono favorire il contagio, evitando manifestazioni, ma anche cinema, bar, teatri e discoteche”. Dall’ordinanza che durerà sette giorni, prorogabili di altri sette, sono esclusi i ristoranti. Per i luoghi di aggregazione pubblica come bar, pub e discoteche il divieto scatterà dalle 18.
VENETO
Per “evitare assembramenti” la Basilica di San Marco “non sarà accessibile”. Lo ha disposto la Diocesi di Veenzia, adeguandosi all’ordinanza della regione Venetocontro il diffondersi del Coronavirus. In un comunicato si spiega che “l’accesso alle chiese sarà ordinariamente possibile, per chi vorrà recarvisi a pregare, salvo il principio di evitare assembramenti di persone, più probabili nel centro storico di Venezia essendo meta di visite turistiche. In tal senso anche la Basilica di San Marco non sarà accessibile”. Sospese dunque nella DIocesi di Venezia “la celebrazione pubblica di S. Messe, incluse quelle del Mercoledì delle Ceneri e domenicali, sacramenti), sacramentali, liturgie e pie devozioni quali la Via Crucis; in sostituzione del precetto festivo e anche del Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, i fedeli dedichino un tempo conveniente alla preghiera e alla meditazione, eventualmente anche aiutandosi con le celebrazioni trasmesse tramite radio e televisione”.
Per i funerali “saranno possibili le sepolture, anche con la benedizione della salma alla presenza delle persone più vicine del defunto, ma purtroppo senza la celebrazione della S. Messa o di altra liturgia; le S. Messe esequiali potranno essere celebrate solo al superamento di questa fase critica”. Sospesi anche gli incontri del catechismo e ogni altra attività di patronati e oratori, il ritiro del clero previsto per giovedì 27 febbraio, le lezioni della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X, dello Studio Teologico del Seminario e delle altre istituzioni accademiche ecclesiastiche, gli appuntamenti legati alla Visita pastorale. L`accesso alle chiese “sarà ordinariamente possibile, per chi vorrà recarvisi a pregare, salvo il principio di evitare assembramenti di persone, più probabili nel centro storico di Venezia essendo meta di visite turistiche. In tal senso anche la Basilica di San Marco non sarà accessibile”.
Nel periodo indicato resteranno chiuse al pubblico le seguenti realtà: la Curia Diocesana di Venezia, l`Archivio Storico, la Biblioteca Diocesana, il Museo Diocesano alla Salute, il Centro Pastorale Urbani di Zelarino e la Casa di Esercizi Spirituali Santa Maria Assunta del Cavallino. Le attività caritative invece continueranno: “Nelle mense dei poveri, distribuendo cestini con i pasti che non potranno però essere consumati all`interno delle strutture; nei dormitori, attraverso un presidio sanitario garantito dalle pubbliche autorità”. La Diocesi di Venezia e il Patriarca Francesco Moraglia sono e rimangono in costante e frequente contatto con le autorità, in particolare con il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il Prefetto Vittorio Zappalorto e il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, in un clima di fattiva collaborazione. “Come cittadini e credenti – dichiara il Patriarca – siamo chiamati a vivere questo momento di difficoltà con senso di responsabilità civica, senza cedere ad allarmismi e a paure ingiustificate. Ci affidiamo alla protezione della Beata Vergine Maria, invocata col titolo di Madonna della Salute; Ella interceda presso Suo Figlio, il Santissimo Redentore. La nostra preghiera è anche per quanti sono preposti al bene comune, affinché assumano decisioni prudenti e sagge per la nostra gente, soprattutto per i più deboli e per gli anziani”.
PIEMONTE
Sono tutti negativi al test del ‘coronavirus covid19’, i tre cittadini cinesi che questa mattina avevano fatto registrare una debole positività al contagio ed erano stati ospedalizzati a Cuneo. La notizia è confermata dalle controanalisi effettuate in giornata e il cui esito è appena pervenuto alla sede dell`Unità di crisi regionale, attiva nella sede operativa della Protezione civile a Torino. A fine giornata, quindi, il numero di casi positivi al “coronavirus covid19” in Piemonte è sceso da sei a tre.
I tre avevano fatto rientro in Italia dalla Cina attraverso un volo indiretto proveniente da Mosca, risultando asintomatici e negativi ai controlli della temperatura in aeroporto. Giunti al loro domicilio, a Roreto di Cherasco, si erano messi in isolamento volontario, richiedendo l`intervento dei sanitari alla comparsa di sintomi che potevano far pensare all`avvenuto contagio. Dopo le prime analisi, con esito dubbio, sono stati quindi sottoposti ad un nuovo test di conferma, che ha sciolto le iniziali riserve, con un risultato, appunto, negativo.
Sono risultati entrambi negativi ai test anche i due albergatori che stamattina si erano presentati al Pronto soccorso di Tortona, per sottoporsi alle analisi, dopo aver ospitato nel loro locale dei clienti provenienti da un Comune della Lombardia inserito nella zona rossa. A titolo precauzionale, il Pronto soccorso era stato chiuso, collocando in osservazione quanti erano presenti in quel momento nella struttura, che ora verrà regolarmente riaperta, non appena sarà installata la tenda di pre-triage, come in tutti gli altri Pronto soccorso della regione. Tra i 45 test eseguiti in data odierna, non sono stati riscontrati casi positivi. Rimangono al momento confermati solo i casi dell`uomo ricoverato ieri all`ospedale Amedeo di Savoia, della donna ricoverata al Regina Margherita e dell`uomo in isolamento domiciliare.
IL VIROLOGO
Il virologo Roberto Burioni ha le ideee chiare sul fatto che la malattia causata dal nuovo coronavirus è più grave dell’influenza, contrariamente a quanto detto ai media da altri esperti. Burioni scrive infatti sul suo sito “Medical Facts”: “Uno dei cardini di Medical Facts è stato il tentare di informare nella maniera più corretta i nostri lettori. Mai allarmismi, ma neanche si possono trattare i cittadini come bambini di 5 anni. Qualcuno, da tempo, ripete una scemenza di dimensioni gigantesche: la malattia causata dal coronavirus sarebbe poco più di un`influenza. Ebbene, questo purtroppo non è vero”.
“In questo momento – prosegue Burioni – in Italia sono segnalati 132 casi confermati e 26 di questi sono in rianimazione (circa il 20%). Sono numeri che non hanno niente a che vedere con l`influenza (i casi gravi finora registrati sono circa lo 0,003% del totale). Questo – conclude il virologo – ci impone di non omettere nessuno sforzo per tentare di contenere il contagio. Niente panico, ma niente bugie”.
LE VITTIME
Tre le vittime: l’ultima a Cremaona, venerdì un uomo deceduto in Veneto e ieri una donna. Si chiamava Giovanna Carminati e aveva 77 anni. È stata trovata morta nella sua villetta a Casalpusterlengo, nel Lodigiano, ed è risultata positiva al coronavirus nel tampone fatto post-mortem. L’anziana, che si era recata all’ospedale di Codogno nei giorni scorsi – lo stesso in cui era stato il 38enne di Codogno indicato come “paziente 1” – aveva altre patologie e quindi, come ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera, si attende l’esito dell’autopsia per conoscere l’esatta causa della morte. Certo è che aveva contratto il coronavirus. E’ stata già seppellita. Il sindaco del paese Elia Delmiglio ha spiegato che la sepoltura è avvenuta in tempi tanto celeri per “motivi igienico-sanitari”. In serata è arrivata la conferma del primo caso alle porte di Milano: un paziente di Sesto San Giovanni ricoverato al San Raffaele è risultato positivo. Sono attualmente in corso le indagini per ricostruire le modalità del contagio e capire se questo caso sia o meno riconducibile al focolaio del basso lodigiano. Per far fronte all’emergenza i vertici di Regione Lombardia hanno effettuato una conference call con il tavolo operativo del governo dedicato al Coronavirus per chiedere misure da adottare nei territori interessati, in aggiunta all’ordinanza disposta venerdì dal ministro della Salute Speranza con il governatore della Lombardia, Attilio Fontana.
SPERANZA
“Chiediamo ai cittadini di collaborare”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza che aggiunge: “Lo Stato nel suo complesso sta facendo la sua parte”. Poi: “Siamo al lavoro 24 ore su 24, è in corso un confronto con i presidenti di regione, con il presidente Conte e Borrelli per provare a rafforzare le misure per il contenimento del virus”.
LA ZONA ROSSA DEL LODIGIANO
Le pattuglie delle forze di polizia presidieranno 24 ore al giorno 35 varchi di accesso alla zona rossa del Lodigiano, che comprende il territorio di 10 comuni e 8 varchi per entrare nel territorio di Vo’ Euganeo. Il piano di cinturazione delle zone individuate come focolaio della diffusione del coronavirus è stato definito al dipartimento di Pubblica sicurezza presieduta dal cpo della polizia Franco Gabrielli, in contatto costante con i prefetti di Lodi e Padova.
DECRETO LEGGE
In serata, il Cdm straordinario tenutosi nella sede della Protezione civile per fronteggiare l’emergenza Coronavirus ha adottato un decreto legge “per il contenimento di questa emergenza” ha detto lo stesso premier Giuseppe Conte, secondo il quale “lo scopo è tutelare il bene della salute degli italiani. Il bene che ci sta più a cuore”. Conte ha aggiunto: “Voglio ringraziare non solo i ministri, manche gli operatori sanitarie le donne e gli uomini della Protezione civile, le autorità sanitarie, il personale delle forze armate e della protezione civile. C’è un filo diretto di confronto e dialogo tra il governo e i territori regionali. Ringrazio i presidenti delle regioni più interessate il presidente Fontana della Lombardia e Zaia del Veneto”.
“Come mai tanti casi in Italia e tutti d’un colpo? Siamo il paese che ha adottato le misure più interdittive, abbiamo effettuato rigorosi controlli che nascondono un lavoro puntiglioso. Questa linea di rigore oggi ci consente di disvelare questi casi di contagi. Quindi l’accuratezza di questi controlli ci spinge a registrare questi numeri. Stiamo effettuando centinaia e centinaia di controlli con cantone”, ha spiegato il premier. E poi: “Il decreto legge ci consentirà di intervenire e disporre misure ulteriori di contenimento per impedire l’allontanamento degli individui dalle aree ritenute di focolaio, il Lodigiano con 10 Comuni interessati e quella di Vo’ Euganeo. Sono misure di contenimento degli spostamenti che riteniamo adeguate”.
La stretta sulle aree del focolaio “Nelle aree individuate come focolai non sarà consentito l’ingresso e l’allontanamento salvo specifiche deroghe. E’ stata disposta la sospensione delle attività lavorative, educative e degli eventi pubblici”, ha chiarito Conte al termine del Cdm.
Sanzioni penali per chi esce da focolai La violazione del provvedimento di entrata ed uscita dalle aree di focolaio del Coronavirus “sarà passibile di sanzione penale, secondo l’articolo 650 del Codice penale. Sono misure di cautela a protezione della stessa comunità locale. Ci affidiamo con un patto di fiducia ai cittadini. Per un breve periodo, un paio di settimane, qualche restrizione non impedirà la vita delle persone che ne troveranno anzi giovamento”, ha puntualizzato Conte. A partire da oggi sono sospese le uscite didattiche e i viaggi di istruzione delle scuole, in Italia e all’estero. Questo è stato deciso dal Consiglio dei Ministri, nella serata di ieri, durante la quale sono state definite apposite misure precauzionali per evitare la diffusione del CoronaVirus.
L’assessore al welfare di Regione Lombardia, intanto ha definito il virus “molto contagioso, circa il 13% dei 290 tamponi sono risultati positivi”, escludendo però che al momento si possa parlare di pandemia. Insieme al ministero della Difesa sono stati individuati i luoghi in cui mettere in osservazione e in quarantena chi è entrato in contatto con i malati: sono una caserma di Piacenza e l’ospedale militare di Baggio a Milano. Ma ha definito “insufficienti” le aree che possono accogliere fino a 180 persone e quindi si procederà con l’individuazione di altre strutture, anche non militari. Quanto al sospetto paziente “zero”, il manager rientrato dalla Cina che ha cenato con il paziente 1 a fine gennaio, è ricoverato all’ospedale Sacco dove sono in corso accertamenti per verificare se abbia sviluppato gli anticorpi e se possa essere quindi considerato all’origine del focolaio. Fra i familiari del sospetto paziente zero, ha spiegato sempre Gallera, è stato ricoverato il cognato, risultato positivo, ma non avrebbe avuto significativi contatti sociali. Quanto alle misure di contenimento finora adottate, in 11 Comuni del lodigiano, dove è scoppiato il focolaio, sono state sospese tutte le attività e chiusi tutti gli uffici e gli esercizi commerciali, mentre le persone in quarantena sarebbero oltre 250. In provincia di Cremona invece il Prefetto ha disposto la chiusura delle scuole per 14 giorni.
Chiusi anche l’ospedale di Schiavonia a Padova con circa 450 persone dentro fra medici e pazienti, così come l’ospedale di Codogno dove è stato ricoverato il paziente zero. Dodici casi di coronavirus sono stati accertati anche in Veneto, dove il presidente della Regione Luca Zaia ha annunciato che le università della regione rimarranno chiuse la prossima settimana. Non vi è ancora nessuna decisione per il carnevale di Venezia. Il patriarca della città lagunare ha ricordato che il segno della pace a messa è facoltativo. Un caso è stato accertato in Piemonte: si tratta di un uomo di quarant’anni ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia: avrebbe contratto il virus in contatto con il “paziente uno” di Codogno nel corso di una recente maratona a Portofino. Altri due casi, sempre appartenenti al focolaio lombardo, sono stati accertati in Emilia Romagna: si tratta di due persone ricoverate nell’ospedale di Piacenza, un paziente residente nel Lodigiano e un infermiere di Codogno venuto in contatto con il primo paziente. Nel Piacentino le scuole saranno chiuse fino a martedì.
Tutte le Regioni italiane, da nord a sud, sono mobilitate: niente allarmismi, ma massima attenzione. Il Friuli Venezia Giulia ha decretato lo stato di emergenza, oltre a chiedere che, analogamente allo stop ai voli, l’Italia potenzi i confini anche del traffico su gomma e rotaia. La regione Campania ha invitato gli istitui scolastici a sospendere le gite. Il Molise ha stabilito che chi proviene dalle aree della Lombardia e del Veneto interessate dall’epidemia debba comunicare la propria presenza all’autorità sanitaria locale. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) intanto ha disposto il divieto di accesso alle carceri di tutti coloro che vivono nelle zone di focolaio, compresi gli operatori penitenziari.
MATTARELLA
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’emergenza Coronavirus ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono vicino a quanti sono stati colpiti e alle loro comunità che vivono momenti di comprensibile ansia. Rivolgo un pensiero alle due vittime ed esprimo solidarietà ai loro familiari. Confido che senso di responsabilità e unità di impegno assicurino la migliore e più efficace risposta a tutela della salute dei nostri concittadini”. Il Capo dello Stato ha poi evidenziato come il Sistema Sanitario sia in grado di reagire con efficacia di fronte a questa emergenza che: “Richiede anche la piena collaborazione di tutta la popolazione secondo le indicazioni delle autorità sanitarie” aggiungendo “Gli italiani collaborino con il Servizio Sanitario Nazionale che sta reagendo con efficacia”.
Inoltre il presidente Mattarella ha ritenuto di ringraziare gli operatori della sanità: “Desidero esprimere riconoscenza ai medici, al personale sanitario, ai ricercatori, alle donne e agli uomini della Protezione Civile e delle Forze Armate, a quanti in questi giorni si stanno impegnando – con abnegazione e generosità – per fronteggiare e arginare il rischio di diffusione del Coronavirus. Il Ministero della Salute e le Regioni con territori in cui sono presenti casi di contagio stanno operando con tempestività e hanno approntato i protocolli necessari ad affrontare l’emergenza, potendo contare su un Sistema Sanitario in grado di reagire con efficacia”. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha, inoltre, chiamato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia per informarsi della situazione. Zaia ha parlato a lungo con il Capo dello Stato per spiegare le criticità della situazione.
LO SPORT SI E’ FERMATO IN LOMBARDIA
Sale a 88 il numero delle partite dei campionati dilettanti rinviate in Lombardia per l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Il comitato regionale della Lega Dilettanti della Lombardia ha infatti fornito un primo aggiornamento rispetto alle iniziali 42 gare di diversi campionati, dall’eccellenza alle juniores femminili fino alle giovanili, rinviate nella giornata di ieri, con il numero delle partite posticipate salito così a 88 sulle 502 in programma. Il comitato regionale nel tardo pomeriggio fornirà un ulteriore aggiornamento. Anche in veneto stop a numerose gare di pallavolo. Sospensione dei campionati di serie B maschile, girone C, e serie B2 femminile, gironi D ed E, della giornata in programma oggi e domani e che sarà recuperata a data da destinarsi. Ieri erano state rinviate partite dei gironi A e B di serie B maschile, dei gironi A, B della serie B1 femminile e dei gironi B e C della B2 femminile, comprendenti zone della Lombardia e dell’Emilia Romagna. La Fipav invita poi “il Comitato Regionale e i Comitati territoriali del Veneto (in modo particolare del territorio di Padova), così come le Leghe di Serie A maschile e femminile di voler prendere analoghi provvedimenti, a salvaguardia della salute comune”.
I RICERCATORI DEL CNR
I ricercatori del Consiglio nazionale osservano che “per evitare eccessivo allarmismo è bene ricordare innanzitutto che i casi registrati in Italia su una popolazione di 60 milioni di abitanti rendono comunque il rischio di infezione molto basso. Solo nelle zone attualmente interessate dalla circolazione il rischio è superiore e i cittadini devono seguire le indicazioni delle autorità sanitarie. Al di fuori di queste, la situazione rimane come nelle scorse settimane. L’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva. Il rischio di gravi complicanze aumenta con l’età, e le persone sopra 65 anni e/o con patologie preesistenti o immunodepresse sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l’influenza. Il paziente deceduto rientrava quindi in una categoria a particolare rischio”.
“Il cittadino che ritenga di avere avuto contatti con persone attualmente poste sotto sorveglianza o che provenissero dalla Cina continua il Cnr – soprattutto se manifesta sintomi influenzali, dovrebbe segnalarlo al 112 o al 1500 per essere preso in carico dagli operatori specializzati. Non serve correre al pronto soccorso né chiudersi in casa. Non c’è un’epidemia di SARS-CoV2 in Italia. Il quadro potrebbe cambiare ovviamente nei prossimi giorni, ma il nostro sistema sanitario è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche la eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quello attuale. Quindi, ribadiamo, al di fuori dell’area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale. Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto levandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati, ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate”. A causa dei numerosi ingressi per ottenere informazioni sul coronavirus il sito del ministero della Salute è momentaneamente irraggiungibile. Dal dicastero fanno comunque sapere che si sta lavorando per ripristinare il servizio al più presto.