Coronavirus, Gimbe: casi stabili ma rischio varianti

Coronavirus, Gimbe: casi stabili ma rischio varianti
11 febbraio 2021

Sono 15.146 i nuovi contagi da Sars-cov-2 registrati nelle ultime 24 ore in Italia e 391 i decessi. È quanto emerge dall’odierno bollettino del ministero della Salute-Iss. Ieri c’erano stati 12.956 nuovi casi e 336 vittime. Sono stati 292.533 i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, con un tasso di positività rispetto ai nuovi casi che sale al 5,1% dal 4,1% di ieri. Le persone attualmente positive sono 405.019 (-5.092), mentre i guariti o dimessi sono 2.185.655 (+19.838 rispetto a ieri).

Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva in Italia a causa del Covid sono 2.126, due in meno rispetto a ieri. I ricoverati con sintomi sono invece 18.942 (-338 rispetto a ieri). Le vittime totali del coronavirus a oggi in Italia sono 92.729. Per il secondo giorno consecutivo La Valle d’Aosta non registra decessi per coronavirus. La Lombardia, con 2.434 nuovi casi è la regione dove si registra il maggior numero di contagi, seguita da Campania (1.694) ed Emilia Romagna (1.345).

Ecco i dati relativi agli incrementi dei nuovi contagi Regione per Regione nelle ultime 24 ore: Lombardia: +2.434; Veneto: +708; Piemonte: +1.189; Campania: +1.694; Emilia Romagna: +1.345; Lazio: +1.261; Toscana: +894; Sicilia: +760; Puglia: +1.248; Liguria: +319; Friuli Venezia Giulia: +409; Marche: +530; Abruzzo: +540; Sardegna: +125; P.A. Bolzano: +680; Umbria: +363; Calabria: +198; P.A. Trento: +253; Basilicata: +102; Molise: +75; Valle d’Aosta: +9.

RISCHIO VARIANTI

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe conferma nella settimana 3-9 febbraio 2021, rispetto alla precedente, un numero stabile dei nuovi casi (84.711 contro 84.652). Scendono i casi attualmente positivi (413.967 contro 437.765), le persone in isolamento domiciliare (392.312 contro 415.234), i ricoveri con sintomi (19.512 contro 20.317) e le terapie intensive (2.143 contro 2.214). Diminuiscono anche i decessi (2.658 contro 2.922). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: i decessi sono 2.658 (-9%), in terapia intensiva ci sono -71 (-3,2%), i ricoverati con sintomi -805 (-4%), isolamento domiciliare -22.922 (-5,5%), i nuovi casi 84.711 (+0,1%), i casi attualmente positivi -23.798 (-5,4%).

“Anche questa settimana – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – a livello nazionale i nuovi casi sono stabili rispetto alla precedente, una calma piatta purtroppo solo apparente”. Infatti, spacchettando il dato nazionale, in 10 Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi e in 9 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, ma i numeri per ora non impattano sulle curve nazionali perché si tratta principalmente di Regioni di piccole dimensioni. “Situazioni molto critiche come quelle dell`Umbria – spiega Cartabellotta – dove le nuove varianti hanno determinato rapidamente un`impennata dei casi e la saturazione di ospedali e terapie intensive potrebbero improvvisamente esplodere ovunque, visto che le varianti del virus circolano ormai in tutto il Paese”.

LE VACCINAZIONI

Ecco perché – sottolinea la Fondazione Gimbe – è fondamentale monitorare tutte le “spie rosse” per attuare tempestive strategie di contenimento: in 17 Province l`incremento percentuale dei nuovi casi negli ultimi 7 giorni supera il 5%. Sul fronte ospedaliero, l`occupazione da parte di pazienti Covid supera in 3 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 4 Regioni quella del 30% delle terapie intensive. Tuttavia, nonostante la riduzione della pressione sugli ospedali, il numero dei decessi rimane molto elevato, seppur in lieve calo rispetto alle settimane precedenti. Sul fronte dei vaccini al 10 febbraio, hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 1.214.139 persone (2,04% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 1,38% della Calabria al 3,58% della Provincia Autonoma di Bolzano (figura 4). “In generale – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe – se da un lato i ritardi delle forniture interessano l`intero primo trimestre con inevitabile rallentamento della campagna vaccinale, dall`altro le Regioni stanno gestendo correttamente le dosi, completando il ciclo vaccinale nei tempi corretti”.

“Rispetto alle categorie di persone vaccinate – spiega Gili – il 70% delle dosi sono state destinate a ‘operatori sanitari e sociosanitari’, il 18% a ‘personale non sanitario’, l`11% a ‘personale ed ospiti delle Rsa’ e meno dell`1% a ‘persone di età =80 anni’, con notevoli differenze regionali”. Purtroppo – annota la Fondazione – solo il 3,6% (158.805) degli over 80 ha ricevuto almeno una dose di vaccino, e solo il 2,2% (96.503) ha completato il ciclo vaccinale, percentuali molto lontane dal target di copertura raccomandato dalla Commissione Europea per questa fascia di età: l’80% entro il 31 marzo 2021. La Fondazione diretta da Nino Cartabellotta ha inoltre preso in esame l’impatto delle vaccinazioni: sulla base dei dati pubblicamente disponibili al momento è possibile valutare l`efficacia della vaccinazione solo sugli operatori sanitari, i cui contagi vengono monitorati regolarmente dall`Istituto Superiore di Sanità. E, se i nuovi casi nella popolazione generale sono stabili da 3 settimane, tra gli operatori sanitari si sono ridotti del 64,2%: dai 4.382 rilevati nella settimana 13-19 gennaio, quando è stata avviata la somministrazione delle seconde dosi, ai 1.570 della settimana 3-9 febbraio.

“Presupponendo che le modalità di screening periodico degli operatori sanitari non siano state modificate – spiega Cartabellotta – questa netta riduzione è verosimilmente effetto della somministrazione di circa 1,9 milioni di dosi di vaccino in questa categoria di popolazione”. “Il nascente governo – conclude Cartabellotta – dovrà affrontare immediatamente questioni chiave per la gestione della pandemia. Oltre alla necessità di accelerare le forniture vaccinali per mettere al sicuro persone anziane e fragili, occorrerà arginare la circolazione delle nuove varianti. In tal senso, con la riapertura dei confini regionali prevista per il prossimo 15 febbraio e un`Italia quasi tutta gialla rischiamo un`impennata dei contagi con conseguente saturazione degli ospedali, nonostante il potenziamento del sequenziamento virale e i lockdown mirati. Servono decisioni tempestive perché la corsa del virus e delle sue varianti non rallenta certo per una crisi di governo”.

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