Il corpo, la vita e il trascendente: Michelangelo e Bill Viola
Alla Royal Academy di Londra un’esposizione che va oltre il tempo video
Il corpo di Tristano risale, attraverso l’acqua, fino a completare la propria ascensione al di là dello schermo. Si conclude così, in un ultimo slancio di pathos visivo, la mostra che la Royal Academy of Arts di Londra dedica a Bill Viola e Michelangelo, un percorso intrecciato intorno al ciclo della vita significativamente intitolato “Life Death Rebirth”, vita, morte, rinascita. Per la prima volta il lavoro del videoartista americano, uno di coloro che hanno reso possibile e reale l’ingresso delle immagini in movimento nel novero dell’arte contemporanea a pieno titolo, viene accostato a quello del gigante del Rinascimento italiano, di cui la mostra presenta una serie di disegni straordinari, in gran parte provenienti dalla collezione della regina Elisabetta.
Opere nelle quali si può ritrovare la gestione del corpo di Michelangelo ridotta, se così possiamo dire, alla sua forma più essenziale, senza perdere la propria potenza interiore. Il dialogo con Bill Viola diventa quindi un ragionamento forte sulla stessa natura del nostro corpo, origine e limite di tutto l’agire umano, soma e meraviglia, oggetto e soggetto d’arte. Nelle sale della Royal Academy, che per la prima volta nella loro storia plurisecolare si aprono a opere in video, si possono conoscere aspetti meno noti del lavoro di Viola, e soprattutto la forza installativa di molti dei suoi lavori, che vanno oltre lo spazio dello schermo per diventare ambiente, opere-mondo.[irp]
In questa tensione verso l’altro, verso l’oltre, avviene l’incontro con Michelangelo e la sua enorme certezza di poter ricomporre attraverso la propria arte l’intera natura umana, oltre che la sua storia. La mostra, è naturale, si carica a questo punto di una forte tensione spirituale, sia attraverso le Crocifissioni del Buonarroti sia attraverso il “Nantes Triptych” di Viola, in cui la nascita e la morte sono unite da qualcosa di eternamente in movimento. E il Tutto e il Niente qui ritornano a mostrare la propria natura di soggetti di una danza infinita. Quando si chiude il percorso della mostra, che richiede tempo e partecipazione, il visitatore porta con sé una molteplicità di suggestioni che non sfociano in una verità unica, ma muovono molte corde primarie dell’umano, un concetto cui la mano di Michelangelo ha dato una forma plastica per molti versi definitiva e che i video di Bill Viola provano a raccontare attraverso un prisma di superfici molteplici nel quale provare anche a specchiarci, oltre il vincolo del tempo.