Corruzione e fallimento: l’arresto del tycoon austriaco René Benko
Il magnate austriaco René Benko, figura emblematica del settore immobiliare europeo, è stato arrestato giovedì 23 gennaio alle 8:30 nella sua lussuosa villa di Igls, vicino a Innsbruck. L’operazione, condotta su ordine della procura economica anti-corruzione di Vienna (WkStA), segna una svolta cruciale nelle indagini sul tracollo della Signa Holding GmbH, il principale conglomerato privato d’Austria, dichiarato fallito nell’autunno del 2023.
Il declino di un impero
Benko, 47 anni, originario di Innsbruck, era noto come uno degli imprenditori più ricchi e influenti d’Austria. Nel 2021, il suo patrimonio netto era stimato in 5,5 miliardi di dollari, rendendolo il terzo uomo più ricco del paese secondo Forbes. Attraverso la sua società, Signa Holding, Benko ha sviluppato progetti immobiliari iconici in Austria, Germania (incluso il celebre KaDeWe di Berlino) e Stati Uniti (Chrysler Building a New York).
Tuttavia, alla fine di novembre 2023, Signa Holding ha dichiarato fallimento a causa di debiti per 10,3 miliardi di euro. Questo evento ha portato Benko a dimettersi dalla leadership dell’azienda, su pressione degli azionisti. Nel marzo 2024, l’imprenditore ha dichiarato anche la propria insolvenza personale.
Le accuse e l’inchiesta
Il magnate tirolese è stato coinvolto in una serie di indagini riguardanti presunte pratiche illecite. Già nel dicembre 2023, la DDA di Trento aveva emesso un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti nell’ambito della maxi-operazione “Romeo”, che aveva portato all’arresto di otto persone e coinvolto un totale di 77 indagati. Le accuse riguardavano un presunto sistema corruttivo legato ad appalti pubblici in Trentino-Alto Adige. Tuttavia, il Tribunale regionale di Innsbruck aveva respinto la richiesta di estradizione avanzata dall’Italia, dichiarandola “inammissibile” in base alla Costituzione austriaca, che vieta l’estradizione dei propri cittadini per reati perseguibili anche in Austria.
Secondo le contestazioni mosse dalla procura di Trento, Benko sarebbe stato uno dei promotori di un’associazione per delinquere coordinata con Peter Heinz Hager, un importante collaboratore. L’imprenditore avrebbe fornito istruzioni su come ottenere autorizzazioni per speculazioni edilizie e avrebbe avuto un ruolo centrale nella gestione dei rapporti con il mondo istituzionale.
Le accuse principali includono:
- Associazione per delinquere;
- Turbativa d’asta;
- Finanziamento illecito ai partiti;
- Traffico di influenze illecite;
- Truffa e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato;
- Corruzione e violazioni delle norme tributarie.
Le ragioni dell’arresto
L’arresto di René Benko è stato disposto dalla procura di Vienna per il rischio di reiterazione del reato e di offuscamento delle prove. Secondo la WkStA, Benko avrebbe nascosto parte dei suoi beni tramite la Laura Private Foundation, rendendoli inaccessibili alle autorità e ai creditori. Tra le accuse figurano anche la falsificazione di documenti e il tentativo di sottrarre beni al sequestro, tra cui tre costose armi da fuoco.
La procura ha sottolineato come l’indagine sia stata resa possibile grazie a intercettazioni telefoniche, analisi delle comunicazioni e testimonianze di soci, dirigenti e dipendenti della Signa Holding. “Questo arresto rappresenta il culmine di intense indagini che hanno messo in luce un sistema complesso di operazioni illecite”, ha dichiarato un portavoce della WkStA.
L’arresto di René Benko rappresenta un punto di svolta non solo per le indagini sul crac di Signa Holding, ma anche per l’immagine dell’imprenditoria austriaca. Il caso ha scosso profondamente il panorama economico europeo, gettando un’ombra sui rapporti tra politica e affari. Resta ora da vedere come si evolveranno le indagini e quali saranno le ripercussioni sul settore immobiliare e sulle istituzioni coinvolte.