E’ una doppia corsa contro il quella che si sta tenendo in queste ore alla Knesset, il Parlamento israeliano. Mentre si sta cercando di sfruttare fino agli ultimi secondi della scadenza naturale di questa sera a mezzanotte per tentare di formare un governo e non andare alle terze elezioni in undici mesi, cinque parlamentari hanno presentato un disegno di legge per lo scioglimento anticipato del Parlamento, per evitare di andare a votare in una giornata di festa ebraica. Tra le due opzioni, la seconda ha piu’ possibilita’ di vittorie.
I parlamentari del Likud e del Blu e Bianco, compreso colui che aveva presentato la legge per la dissoluzione del precedente Parlamento a giugno, hanno presentato stamattina un disegno di legge, inserendo anche la data delle prossime elezioni. La legge elettorale prevede che le elezioni si svolgano 90 giorni dopo la dissoluzione naturale del Parlamento, fissata all’11 dicembre, se non e’ formato un governo: si voterebbe quindi il 10 marzo. Ma quel giorno cade la festa ebraica di Purim, quindi nel nuovo disegno di legge, che e’ stato gia’ approvato in prima lettura stamattina in commissione, si propone per il voto una settimana prima della data naturale, il 2 marzo. La legislazione ora passa alla Knesset: i parlamentari ne dovrebbero discutere per diverse ore per poi votarla quattro volte per arrivare all’approvazione finale. Questo porterebbe a stasera quando ormai sara’ chiaro se si potra’ o meno scongiurare le elezioni con un nuovo governo.
Se si dovesse andare a votare a marzo, le elezioni si terrebbero alla vigilia del Super Tuesday negli Usa, quando si conosceranno i candidati alle presidenziali americane. I partiti, in particolare il Blu e Bianco e il Likud, stanno comunque cercando di trovare la quadra per la formazione di un governo di coalizione che scongiuri le terze elezioni in 11 mesi. Benny Gantz, leader del Blu e Bianco, ha assicurato che fara’ di tutto per evitare elezioni “inutili e costose”. Sul tavolo c’e’ ancora la proposta di una premiership a rotazione con Benjamin Netanyahu: Gantz ha posto una condizione, chiedendo al rivale di non ricorrere all’immunita’ parlamentare quando sara’ chiamato a difendersi in tribunale dalle accuse di corruzione, frode e violazione della fiducia. Proposta respinta dallo stesso Netanyahu che, comunque, non si puo’ ancora appellare all’immunita’ parlamentare perche’ a causa dello stallo politico, la commissione apposita nella Knesset non e’ stata ancora istituita.
La legge israeliana prevede che dopo le elezioni, il presidente dia un incarico di giorni per formare un governo, incarico che puo’ essere esteso. Otto giorni dopo le ultime elezioni del 17 settembre, il presidente Rivlin diede incarico a Netanyahu. Due giorni prima della scadenza dei 28 giorni, Netanyahu rimise il mandato e il presidente diede incarico il 23 ottobre a Gantz di formare il governo; incarico che l’ex capo di stato maggiore non ha portato a termine nei 28 giorni che la legge gli imponeva (questa volta senza possibilita’ di proroga). A questo punto, l’ultima possibilita’ risiede nel Parlamento: ognuno dei 120 parlamentari ha la possibilita’ di presentare le credenziali e i voti di 61 deputati per formare un governo entro la scadenza di 21 giorni, fissata alla mezzanotte di stasera. Le terze elezioni, la prima volta nella storia di Israele, sono sempre piu’ vicine. Secondo gli ultimi sondaggi sono in caduta il Likud e i partiti di destra ma non c’e’ maggioranza per il Blu e Bianco. Intanto il Likud ha fissato per il dicembre le primarie per la premiership.