Cortei separati e polemiche, lo “strappo” fra Anpi e Comunita’ ebraica

Comunità Ebraica: “Uniti ma nella verità”. I partigiani: “Siamo qua per difendere la pace e la Costituzione“

comunitàebraicapartigiani

Lo “strappo” a Roma sulla celebrazione della Festa della Liberazione e’ rimasto. La ricucitura forse non e’ stata neppure tentata o, se lo e’ stata, non cercata fortemente e ad ogni costo, e almeno per quest’anno e’ andata cosi’: da una parte la Comunita’ ebraica, dall’altra l’Anpi. Due celebrazioni distinte, in luoghi diversi, distanti fisicamente ed anche nella sostanza. In mezzo il sindaco di Roma nel tentativo di tenere insieme i pezzi di quella che ovunque e’ una ricorrenza che dovrebbe unire l’intero Paese. “Noi da qui gridiamo forti e uniti che vogliamo stare insieme ma vogliamo starci nella verita’ e nella storia che fu fare una scelta. Gli ebrei della Brigata ebraica giunsero in Italia dall’allora Palestina e sconfissero le truppe nemiche e si organizzarono e aiutarono la Resistenza. Non e’ una scelta facile la scelta della verita’ ma noi non vogliamo fare la scelta della revisione della storia. Chiediamo solo di fare una scelta: chiediamo loro di dire allora con chi sarebbero stati dalla parte dei liberatori o da quella del Gran Mufti di Gerusalemme, che era alleato con Hitler”. Parole forti da Ruth Dureghello, presidente della Comunita’ ebraica, per sottolineare, insieme all’auspicio che questo non si ripeta piu’, anche la distanza ancora una volta con l’Associazione nazionale dei partigiani italiani per l’invito rivolto alla comunita’ palestinese, casus belli di questa divisione romana nel giorno della Liberazione. Dureghello le ha pronunciate nel corso della celebrazione della Brigata ebraica presso l’Oratorio di Castro, dove e’ custodita una lapide che ricorda la formazione militare.

“Non possiamo ammettere – ha aggiunto – che la storia venga rivista nei suoi valori fondamentali e nei principi che oggi vogliamo soltanto ribadire insieme a voi e a chi come noi di questo vuole fare il suo monito per il futuro”. Alla cerimonia c’erano il sindaco Raggi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Da entrambe sono venute parole che hanno ribadito il ruolo svolto dalla Brigata ebraica: lo dicono le verita’ storiche. “Con i suoi ragazzi, con le sue lotte – ha detto Raggi – ha consentito di portare l’Italia fuori dalle lotte”. La democrazia “per noi e’ qualcosa di innato, di naturale – ha proseguito – siamo qui in piazza a manifestare, ma qualche tempo fa non era cosi’. Se noi oggi siamo in grado di parlare e manifestare lo dobbiamo a chi ha combattuto. E il miglior ringraziamento e’ di non dimenticare la loro lotta e portarne avanti la memoria”. E la Boschi dal canto suo ha sottolineato “siamo qui non contro qualcuno, ma per dire grazie a chi ha combattuto per la liberta’. In tempi di post verita’ e fake news, la verita’ non e’ un optional ma un elemento fondamentale. Diciamo grazie alla Brigata ebraica per aver lottato per la liberta’. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia 79 anni fa e’ stato anche il Paese che ha accettato l’abominio della legge razziale; l’eroismo e il sacrificio di tanti non cancellano la vergogna del 1938 ma ha consentito all’Italia di liberarsi dal nazifascismo. Chi pensa di tenere fuori la Brigata ebraica dalla Liberazione nega la verita’ e la storia, e non c’e’ nessuna giustificazione geopolitica attuale che tenga”. “Oggi prendiamo insieme un impegno – ha concluso – nell’epoca della post verita’, per difendere la memoria, perche’ difendere la storia significa costruire il futuro”.

Dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, l’auspicio che quella di oggi “fosse l’ultima manifestazione che si fa in questo modo e che il prossimo anno si torni a manifestare tutti insieme. Non siamo noi ad aver causato queste celebrazioni separate. Quando i nodi vengono al pettine bisogna risolverli, non c’e’ stata in questa citta’, non nell’organizzazione nazionale, la volonta’ di ascolto”. Di Segni ha messo in guardia dal “mito velenoso e pericoloso secondo cui il conflitto tra israeliani e palestinesi oppone buoni contro cattivi, oppressori contro oppressi. Non e’ cosi'”. C’era anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e’ bene che “si torni a celebrare insieme il 25 Aprile e i rappresentati della Regione saranno ovviamente presenti a tutte le celebrazioni. Non si puo’ tacere che tutto nasce da un fatto grave: che negli anni passati si e’ negato alla Brigata ebraica di sventolare le proprie bandiere in un corteo. Il giorno in cui si celebra la liberta’ questo e’ un fatto sbagliato”. Da un’altra parte della citta’ – a Porta San Paolo – e ad altro orario, la celebrazione da parte dell’Anpi di Roma, il cui presidente Fabrizio De Santis ha detto “lasceremo deluso qualcuno ma oggi noi non facciamo polemiche, ricordiamo la Resistenza. Noi siamo e continuiamo ad essere unitari. E’ il momento della responsabilita’ e dell’unita’ di tutto gli antifascisti”. E commentando la presenza di Virginia Raggi anche a questo appuntamento ha detto che “riafferma la natura antifascista delle nostre istituzioni”.