Cronaca

Che cosa è il diaconato e perchè le donne non saranno prete. Parla Walter Kasper

La discussione sulla possibilità di ordinare donne diacono “non sarà una cosa semplice”: parola del cardinale tedesco progressista Walter Kasper (foto), all’indomani dell’apertura sul tema di Papa Francesco. “Il problema classico è che il diaconato è il primo grado dell’ordine sacro, è un sacramento come il presbiterato e l’episcopato”, spiega Kasper in un’intervista a un quotidiano. “Chi si oppone, dice che l’ordine sacro è uno e le donne non possono prendere un grado del sacerdozio. Si tratta di superare la questione legata all’ordinazione sacerdotale”. In realtà, “sotto Benedetto XVI è stato modificato un articolo del Diritto canonico: le prerogative del diacono, anche uomo, vengono distinte da quelle del presbitero e del vescovo. Un passo, in fondo, è già stato fatto”. La donna diacono “potrebbe anzitutto predicare: un diacono, a differenza di un laico, lo può fare durante la messa. Lo stesso vale per le nozze, i battesimi. C’è chi teme che la gente non capirebbe la differenza. Ma il Papa può dare alle donne diacono questo diritto. Sarebbe una decisione disciplinare, canonica, non sacramentale”, spiega Kasper, che comunque esclude la possibilità delle donne prete: “Il Papa ha detto che questa porta è chiusa, dopo le parole molto chiare di Giovanni Paolo II sul ‘no’ al sacerdozio femminile. Non posso immaginare che Francesco cambi quella decisione”. Ricorda, ad ogni modo, Kasper: “Anni fa se ne discusse nella commissione teologica internazionale, in Vaticano, quando Joseph Ratzinger era prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Fu una discussione estesa e ricordo che i teologi non riuscirono a raggiungere una posizione comune, c’erano tanti pareri differenti, tante divisioni…”. E ora, “immagino che alcuni saranno fieramente contrari, altri aperti… Però ricordo bene che lo stesso Ratzinger, alla fine, spiegò che non c’era ancora chiarezza ma la questione non era chiusa”. In effetti il documento finale, nel 2003, a proposito delle donne diacono, riassumeva: “Spetterà al ministero di discernimento che il Signore ha stabilito nella sua Chiesa pronunciarsi con autorità”.

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