Si e’ presentato stamane nel carcere di Argilla’ di Reggio Calabria l’ex governatore e sidaco della citta’, Giuseppe Scopelliti, condannato ieri, in via definitiva, dalla Corte di Cassazione a 4 anni e 7 mesi di reclusione per falso in atto pubblico nel processo scaturito dagli ammanchi nei bilanci del Comune di Reggio Calabria dal 2008 al 2010, che prese il nome di “caso Fallara”, dall’ex dirigente dell’assessorato comunale al Bilancio, Orsola Fallara, che si suicido’, ingerendo acido muriatico. La quinta sezione penale della Cassazione ha modificato la condanna a 5 anni che era stata pronunciata dalla Corte d’appello reggina il 22 dicembre del 2016, eliminando 5 mesi di pena essendo caduto in prescrizione il reato di abuso d’ufficio. Scopelliti, dal 2010 al 2014 governatore della Calabria, si dimise dalla presidenza della Regione per effetto della legge Severino, dopo la condanna in primo grado a 6 anni. Nei giudizi di merito gli era stata inflitta anche la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, che la Cassazione, ieri sera, ha sostituito con quella dell’interdizione per 5 anni. La Suprema Corte ha poi rigettato i ricorsi di tre membri del collegio dei revisori dei conti condannati a pene piu’ basse.
Ascesa e caduta dell’ex governatore
Giuseppe Scopelliti, il 52enne, e’ stato una figura politica di primissimo piano nel panorama politico locale fin da giovane. Una carriera iniziata nel Fronte della Gioventu’, organo giovanile del Movimento Sociale Italiano, in cui Scopelliti ha militato dal 1988 al 1995. Nel 1988 e’ eletto consigliere circoscrizionale per l’Msi. Nel 1991 e’ segretario provinciale del Fronte reggino, nel 1992 e’ eletto consigliere comunale nella lista Msi. La sua prima consacrazione nel 1993 a Rieti, dove viene nominato segretario nazionale del Fronte della Gioventu’. La popolarita’ raggiunta gli vale una candidatura nel 1994 per le Europee nel collegio Italia Meridionale, in cui risulta il secondo dei non eletti. Nel 1995 l’adesione ad Alleanza Nazionale, da subito indicato come il possibile delfino di Gianfranco Fini, viene eletto con An consigliere regionale in Calabria, diventando presidente del Consiglio regionale. Rieletto nel 2000 consigliere regionale, viene nominato assessore al lavoro e alla formazione del personale nella Giunta Chiaravalloti. Un incarico che lascia nel 2002 quando il partito gli chiede di candidarsi a sindaco di Reggio Calabria, con una coalizione di centrodestra che riporta il 53,8% dei consensi.
Nel 2007 rieletto con una percentuale del 70%. Nel 2008 diventa coordinatore regionale del Popolo della Liberta’, in cui militera’ dal 2009 al 2013, che lo candida alla presidenza della giunta della Regione Calabria. Alle regionali del marzo 2010 e’ eletto presidente della regione con il 57,76% dei voti. Nel novembre 2013 aderisce al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, dal gennaio dell’anno successivo diventa coordinatore nazionale di Ncd. Dopo la condanna in primo grado per il caso Fallara si dimette da presidente della giunta regionale per effetto della legge Severino. Ncd lo candida alle elezioni europee del 2014 nella circoscrizione Italia Meridionale, dove non risulta eletto. A ottobre di quello stesso anno lascia Ncd. Nel novembre 2015 e’ tra i fondatori del nuovo partito Azione Nazionale che nel febbraio 2017 si fonde con La Destra e da’ vita al Movimento Nazionale per la Sovranita’. Alle politiche di marzo 2018 Mns, a Reggio Calabria, ha sostenuto la Lega, non riuscendo a fare eleggere al Senato la candidata reggina Tilde Minasi, ma contribuendo anche all’elezione in Calabria del senatore Matteo Salvini, leader nazionale della Lega.[irp]