Covid-19, Iss: variante brasiliana si espande da Umbria a Lazio e Toscana

2 marzo 2021

Sono 17.083 i nuovi casi di contagiati dal Covid-19 in Italia e 343 i morti. Contestualmente i guariti oggi sono ufficialmente 10.057, mentre crescono ancora i ricoveri in terapia intensiva (+38) e nei reparti ordinari (+458). È quanto emerge dall’odierno bollettino del ministero della Salute-Iss. Nella giornata di ieri, lunedì, i contagi registrati erano stati 13.114 e i morti 246. Dunque, si registra un incremento dei contagi e dei morti. I numeri delle ultime settimane purtroppo lasciano pochi dubbi: le varianti Covid del virus – quella inglese in modo particolare – si stanno diffondendo in maniera rapidissima facendo risalire la curva dei contagi.

Nelle ultime 24 ore, sono stati analizzati 154.603 tamponi molecolari e 181.380 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 9,2 per cento, mentre quella dei test antigenici dell’1,6 per cento. A fronte di 335.983 tamponi il tasso di positività si attesta al 5,1%, in calo del 2,6% rispetto a ieri. Sono oggi le 4.434.131 dosi di vaccino somministrate in totale. Al momento sono contagiati ben 430.996 persone, con aumento di 6.663 unità rispetto a ieri: in isolamento domiciliare 405.099 persone con pochi o zero sintomi, 2.327 terapie intensive occupate (+38, 222 ingressi giornalieri) e 19.570 ricoverati con sintomi negli ospedali, aumento importante di 496 unità rispetto alla giornata di lunedì. Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Lombardia (3.762), Campania (2.046), Emilia-Romagna (2.040), Piemonte (1.609) e Veneto (1.228).

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In Italia 54% infezioni dovute a variante inglese

In Italia al 18 febbraio scorso la prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 era del 54,0%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra lo 0% e il 93,3%, mentre per quella ‘brasiliana’ era del 4,3% (0%-36,2%) e per la ‘sudafricana’ dello 0,4% (0%-2,9%).
La stima viene dalla nuova ‘flash survey’ condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 17 febbraio. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e se possibile per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine le 21 Regioni/PPAA e complessivamente 101 laboratori, e sono stati effettuati 1296 sequenziamenti. Secondo l’indagine, “la ‘variante inglese’ sta diventando quella prevalente nel Paese”, e “in considerazione della sua maggiore trasmissibilità occorre rafforzare/innalzare le misure di mitigazione in tutto il Paese nel contenere e ridurre la diffusione del virus mantenendo o riportando rapidamente i valori di Rt a valori <1 e l’incidenza a valori in grado di garantire la possibilità del sistematico tracciamento di tutti i casi”. Dai dati, inoltre, “emerge una chiara espansione geografica dall’epicentro umbro a regioni quali Lazio e Toscana della cosiddetta ‘variante brasiliana’, che deve essere contrastata con le massime misure di mitigazione”.

Variante brasiliana si espande da Umbria a Lazio e Toscana

Dai dati della survey sulle varianti pubblicata poco fa dall’Istituto Superiore di Sanità “emerge una chiara espansione geografica dall’epicentro umbro a regioni quali Lazio e Toscana della cosiddetta ‘variante brasiliana’, che deve essere contrastata con le massime misure di mitigazione”. Per questo gli scienziati sottolineano che “nel contesto italiano in cui la vaccinazione sta procedendo ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguate” e raccomandano di “intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione delle varianti, rafforzando/innalzando le misure in tutto il paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto”.

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