Sono 69.204 i nuovi casi di positività al Covid-19 (ieri 87.940) e 131 i decessi (ieri 186) registrati in Italia nelle ultime 24 ore. È quanto emerge dal bollettino odierno del ministero della Salute. Dall’inizio dell’epidemia sono 16.349.788 le persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2, mentre le vittime totali da febbraio 2020 salgono a 163.244. Compresi quelli molecolari e gli antigenici, i tamponi totali processati sono stati 441.526 (ieri 554.526). Il tasso di positività, ieri al 15,9%, oggi scende leggermente al 15,7%. Sul fronte del sistema sanitario i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 382, ovvero 12 in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 46. Sono invece 10.076, ovvero 79 in meno rispetto a ieri, i pazienti ricoverati nei reparti ordinari.
Per la quarta dose di vaccino anti Covid alle persone immunocompromesse, al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 104.049 dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376), aggiornata al 9 marzo, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi nelle persone immunocompromesse è del 13,1% con nette differenze regionali: dal 2,5% della Calabria al 47,8% del Piemonte. Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE della settimana 20-26 aprile 2022.
Riguardo la quarta dose a over 80, ospiti RSA e fragili (60-79 anni), al 27 aprile (aggiornamento ore 06.15) sono state somministrate 122.041 dosi. In base alla platea ufficiale (n. 4.422.597 di cui 2.795.910 over 80, 1.538.588 pazienti fragili di età compresa tra 60 e 79 anni e 88.099 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 19 aprile, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 2,8% con nette differenze regionali: dallo 0,6% dell`Umbria al 5,3% dell`Emilia-Romagna.
Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta parla di un “clamoroso flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse” che “deve far riflettere le Istituzioni, in particolare considerata l`ulteriore estensione della platea ad altri 4,2 milioni di persone tra le quali arrancano le somministrazioni. Innanzitutto serve un`incisiva campagna d`informazione sia per sensibilizzare la popolazione a rischio di malattia grave sull`efficacia del secondo richiamo, sia per contrastare il generale senso di ‘stanchezza’ nei confronti della campagna vaccinale. Ma l`informazione da sola non basta: deve essere integrata con strategie di chiamata attiva, visto che le ASL dispongono di tutti i dati delle persone inserite nella platea”.