La variante Omicron del Coronavirus viaggia a tutto gas, contagiando molto più persone rispetto alla variante Delta, ma di contro fa registrare meno ricoverati in ospedale. La notizia arriva dal Sudafrica, proprio dove lo scorso novembre è stata scoperta questa mutazione del virus. Non a caso il Paese africano è considerato un presagio di ciò che potrebbe accadere con l’Omicron nel resto del mondo. E’ stato lo stesso ministro della Sanità sudafricano, Joe Phaahla, con dati alla mano, a spiegare che solo l’1,7% dei casi identificati di variante Omicron è stato ricoverato in ospedale nella seconda settimana di infezioni nella quarta ondata, rispetto al 19% nella stessa settimana della terza ondata dominata da Delta. Il ministero della Sanità, a rafforzare la tesi, ha presentato prove che il ceppo possa essere più mite, e che le infezioni possano aver già raggiunto il picco nella provincia più popolosa del Paese, il Gauteng che comprende la capitale Pretoria.
Infatti, secondo quanto riporta Bloomberg, i nuovi casi della quarta ondata sono stati più di 20 mila al giorno, rispetto ai 4.400 della stessa settimana della terza ondata (Delta). Questa è un’ulteriore prova della rapida trasmissibilità della Omicron, cosa che accade anche in altri Paesi, come il Regno Unito che è arrivato a 93mila casi giornalieri. E a proposito del Regno Unito, i ricercatori dell’Imperial College di Londra stimano che la Omicron abbia una capacità di reinfezione 5,4 volte maggiore della Delta. Ciò implica che la protezione contro la reinfezione dalla nuova variante offerta da un’infezione passata può arrivare solo fino al 19% e con due dosi di vaccino la percentuale varia da 0 al 20% mentre oscilla tra il 55% e l’80% dopo una dose di richiamo. A conferma dell’importanza della terza dose come ormai da settimane spiegano scienziati e virologi.
Altra buona notizia arriva dalll’Istituto Spallanzani di Roma, dove un donna contagiata dalla Omicron è guarita in otto giorni grazie a un anticorpo monoclonale. “Si tratta di una signora di circa 50 anni con fattore di rischio, vaccinata a luglio – fa sapere lo stesso Istituto nazionale malattie infettive – con una sintomatologia non grave nella quale la diagnosi è stata fatta rapidamente dopo la comparsa dei sintomi. Per la terapia è stato utilizzato ‘sotrovimab’, un anticorpo monoclonale di seconda generazione che, in esperimenti di laboratorio, si era dimostrato potenzialmente attivo su Omicron. Nei giorni successivi all’infusione si è osservato un rapido miglioramento dei sintomi e una repentina discesa della carica virale di Sars-CoV-2 già dopo 4 giorni”. Tuttavia, sottolineano dallo Spallazzanni, pur se si tratta di un singolo caso, “questa esperienza positiva dimostra come anche sulla nuova variante vi siano trattamenti disponibili, antivirali di prossima introduzione e anticorpi monoclonali di nuova generazione e sui quali andrebbero accelerate le procedure di validazione”. Intanto, arriva l’ennesima profezia del virologo Andrea Crisanti: “Con la variante Omicron e le misure in campo ora, vale a dire terza dose e regioni gialle, non mi stupirei se a metà gennaio arrivassimo a 40mila casi al giorno”. Il virologo, infine, spiega che “la variante Delta e quella Omicron sono proprio due virus diversi e gli anticorpi sviluppati contro Delta non vanno bene con Omicron”.