Lo spettro di un lockdown totale appare sempre più vicino. Una “chiusura” invocata da più amministratori locali e regionali a causa di una campagna di vaccinazione che ancora non decolla. E così i numeri dei nuovi contagiati crescono giorno per giorno, per non parlare del pesante bollettino dei morti. Per capire meglio, secondo l’Oms, l’Italia è fra i 5 Paesi al mondo che, la scorsa settimana, hanno registrato il maggior numero di nuovi casi di Covid-19. Quanto basta per allarmare le Regioni. A partire dalla Lombardia che non scarta la possibilità di istituire una zona rossa dall’8 di Marzo. “Ce lo diranno i dati che fornirà il Cts” afferma il governatore Attilio Fontana, sottolineando che “viviamo monitorando costantemente la situazione”. Non usa mezzi termini, invece, Guido Bertolaso: “Abbiamo statistiche dell`andamento epidemiologico in Lombardia estremamente preoccupanti. Abbiamo un paio di province che di fatto sono in zona rossa”. Poi, il coordinatore della campagna vaccinale lombarda, snocciola anche qualche cifra per rendere più chiaro lo scenario: “Abbiamo molte rianimazioni piene di casi di Covid, con l`ospedale in Fiera con 57 ricoverati in rianimazione, secondo quello di Brescia, con 30 posti occupati. Sono statistiche molto pesanti”.
In altri termini, per Bertolaso, “tutta Italia, tranne la Sardegna, pare che si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa”. Intanto, gli amministratori attendono domani, venerdì, quando arriveranno i dati del Comitato tecnico scientifico e che andranno a ricolorare la nuova mappa dell’Italia. Ma la preoccupazione è tanta e il governatore dell’Emilia Romagna non la nasconde: “Rischiamo di essere travolti”. Un vero e proprio grido di allarme quello di Stefano Bonaccini, inquieto per la tenuta dei suoi servizi sanitari. Tuttavia, il governatore emiliano, di fatto, boccia l’attuale algoritmo del ministero della Salute in quanto non calcola l’accelerazione della variante inglese del virus. Quindi, “rispetto alle precedenti volte le limitazioni della zona arancione classica non bastano più”. In tensione anche il governatore del Friuli Venezia Giulia. “Stiamo valutando delle nuove misure per tutta la regione e più restrittive per le zone più a rischio del territorio” annuncia Massimiliano Fedriga. Ma avverte: “Mi prendo la responsabilità di fare scelte difficili… però Regione Fvg non sarà più disponibile a ragionare in questa maniera se non ci sarà un deciso cambio di passo nella disponibilità e somministrazione dei vaccini”.
Tra i primi provvedimenti, da lunedì didattica a distanza per le scuole medie, superiori e università in tutto il territorio friulano. “Stiamo osservando un aumento dei contagi in tutta la Regione – conclude Fedriga – e cerchiamo quindi di tutelare la popolazione scolastica e il diffondersi del virus all’interno delle famiglie”. Anche la Liguria è in allarme. Il governatore Giovanni Toti, proprio in occasione del Festival della canzone italiana, nel giro di 24 ore ha firmato un’ordinanza con la quale estende anche a Sanremo (per tutto il periodo del Festival) le misure restrittive anti-Covid previste per il distretto sanitario di Ventimiglia, a causa dell’aumento dei contagi registrato negli ultimi giorni. E subito scoppia la protesta dei commercianti: “Ci trattano sempre come degli interruttori da accendere o da spegnere in qualsiasi momento”. Proteste ritenute “assolutamente comprensibili” per Toti, ma “la salute però viene prima di tutto e spero che tutte le istituzioni siano di questo avviso assumendosi le responsabilità di scelte anche difficili”.