Sono 16.310 (+164 rispetto a ieri) i nuovi casi e 475 (-2) i decessi registrati in Italia nelle ultime 24 ore. Sono 16.186 (-2.793) guariti. Cala il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva,- 2, così come scende il numero delle persone ricoverate negli ospedali italiani,-67. È quanto emerge dall’odierno bollettino del ministero della Salute-Iss. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 260.704 (-12.802) tamponi. Il tasso di positività sale è 6,3% (-0,4%). Con 2.134 è anche oggi la Lombardia la regione con il maggior numero di nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in Italia. Segue con 1.954 la Sicilia, il Veneto 1.929, l’Emilia Romagna 1.674, il Lazio 1.282, la Campania con 1.132, la Puglia 1.123, il Piemonte 1.056. In tutte le altre regioni si sono registrati meno di mille casi. La regione con il minor numero di nuovi casi, 20, è anche oggi la Valle d’Aosta.
Salgono invece a 291 i medici deceduti in Italia dall’inizio della pandemia di Covid a seguito della morte di altri due dottori (Costantino Ciavarella, sindaco e medico di medicina generale di San Nicandro Garganico, e Giuseppe De Vita, di Trebisacce, medico del Servizio di emergenza territoriale 118). E preoccupa la variante brasiliana del virus, tanto che il ministro Roberto Speranza ha imposto lo stop ai voli provenienti dal Paese sudamericano. “Ho firmato una nuova ordinanza che blocca i voli in partenza dal Brasile e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato – ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza -. Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione”. Secondo il ministro, “è fondamentale che i nostri scienziati possano studiare approfonditamente la nuova variante. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza”. L’ordinanza del ministero della Salute è valida fino al 31 gennaio.
LO SCENARIO PER REGIONE
LA VARIANTE CHE FA PAURA
Cresce la preoccupazione, fra gli scienziati britannici e di altri Paesi, per la possibile virulenza e le incognite legate a una nuova, ulteriore mutazione del coronavirus riscontrata di recente in Brasile. “Le varianti brasiliane” – che hanno indotto fra l’altro il governo di Londra a imporre da oggi la chiusura temporanea precauzionale dei confini del Regno Unito ai viaggi dall’intero Sudamerica e dal Portogallo – sono in realtà “due”, ha spiegato alla Bbc la professoressa Wendy Barclay, capo del G2P-UK National Virology Consortium. “Sono emersi in effetti – ha detto la virologa britannica – due tipi diversi di varianti brasiliane del Covid, una è stata già localizzata (nel Regno) e l’altra no”. “Analizzando i database – ha del resto aggiunto – vi è evidenza di diverse varianti in giro per il mondo, inclusa quella brasiliana che io credo sia in circolazione da qualche tempo”. Varianti la cui trasmissibilità e la cui resistenza ipotetica ai vaccini attualmente in campo sono oggetto di verifica e che -ha avvertito Barclay – occorre ora “tracciare con cura”.
La nuova variante è stata diagnosticata in Brasile e a fare paura è la sua sospetta capacità di sfuggire al sistema Immunitario. Ma che cos’è questa variante brasiliana? Nel sudamerica un’infermiera 45enne si è ammalata con una nuova variante del coronavirus cinque mesi dopo essersi ripresa da una precedente infezione causata da un ceppo più vecchio. Nella seconda infezione i sintomi della donna sono peggiorati. Quando i ricercatori hanno confrontato i campioni dei test positivi effettuati a maggio e a ottobre, hanno scoperto che l’ultimo presentava mutazioni ora note per essere una componente chiave della variante brasiliana. La mutazione genetica, chiamata E484K, cambia la forma della proteina spike all’esterno del virus in un modo che potrebbe renderla meno riconoscibile a un sistema immunitario “addestrato” a individuare versioni del virus che non hanno la mutazione.
Si pensa che E484K modifichi il virus in un modo che renda più difficile per gli anticorpi legarsi a esso per impedirgli di entrare nel corpo. Gli anticorpi sono una parte del sistema immunitario che può paralizzare i virus o attaccarsi ad essi e segnalarli come bersagli per altri globuli bianchi “killer”. In questo caso, la parte della proteina spike che viene modificata è chiamata “dominio di legame del recettore”, o RBD, che il virus utilizza per attaccarsi al corpo. I ricercatori di Oswaldo Cruz hanno scritto: “L’analisi delle mutazioni ha dimostrato, per la prima volta, un caso di reinfezione con una variante virale che ospita la mutazione E484K, situata in un residuo chiave del dominio di legame del recettore, che sembra aumentare modestamente il legame tra la proteina Spike e il corpo”. Gli scienziati hanno detto che il caso dell’infermiera è il primo di reinfezione con la variante. E suggeriscono che le differenze causate dalla mutazione alla proteina spike significano che l’immunità naturale sviluppata dal suo corpo dopo la prima infezione non è stata in grado di proteggerla dalla seconda.
La variante brasiliana è già nel Regno Unito. Lo ha confermato uno degli esperti di punta del Paese, la professoressa Wendy Barclay, dell’Imperial College di Londra, secondo la quale inoltre la mutazione rilevata in Brasile ha “due varianti” e solo di una per ora è stata accertata la circolazione in Gran Bretagna. Un primo caso della variante brasiliana è stato registrato anche in Gran Bretagna. Le prime notizie della nuova mutazione risalgono all’11 gennaio scorso quando il ministero della Salute del Giappone ha annunciato di aver isolato una nuova variante di Sars Cov 2 in quattro persone che erano arrivate dal Brasile. Il Regno Unito, già in una situazione di lockdown, ha da subito bloccato i voli dal Sudamerica e dal Portogallo. Intanto l’aeronautica del paese sudamericano ha avviato un ponte aereo per rifornire di ossigeno gli ospedali dell’Amazzonia inondati di pazienti Covid: i medici erano arrivati a dover alternare i pazienti ai ventilatori, ruotandoli ogni 10 minuti. Come si legge in una ricerca pubblicata dai ricercatori brasiliani la mutazione denominata E484K è simili a quella recentemente descritta in un ceppo di SARS-CoV-2 che si sta rapidamente diffondendo in Sud Africa.