Il coronavirus continua a far paura: gli ultimi dati parlano di ben oltre 11 milioni di casi e quasi 532mila morti in 196 paesi del mondo, con gli Usa al primo posto. In Italia, da giorni preoccupano nuovi focolai, segno che, secondo gli esperti, il virus è ancora molto in circolazione e non si può assolutamente abbassare la guardia. E adesso si torna a discutere delle modalità di contagio e della possibile diffusione del Covid-19 attraverso l’aerosol di piccolissime particelle sospese nell’aria, soprattutto in ambienti affollati e chiusi. 239 scienziati da tutto il mondo, riporta il New York Times, hanno inviato una lettera all’Organizzazione Mondiale della Sanità, che sarà presto pubblicata su una rivista scientifica, in cui chiedono proprio che venga rivista la loro posizione su questo punto. L’OMS ha spesso ribadito che il virus si trasmette principalmente attraverso le goccioline di droplet, da persona a persona, quando si parla o si tossisce e starnutisce, e attraverso il contatto delle mani sporche con le mucose.
Ma la possibilità che possa diffondersi per via aerea pone nuovi interrogativi e gli scienziati chiedono ai governi di attuare misure di controllo in questo senso. I membri del Comitato di prevenzione delle infezioni dell’Oms hanno affermato che, sebbene la trasmissione via aerosol possa svolgere un ruolo, vi sono prove schiaccianti che le vie principali di contagio siano le altre, e che introdurre nuove misure per prevenire la trasmissione via aerosol era impossibile e probabilmente non avrebbe fatto molta differenza nella diffusione del virus. La lettera che dovrebbe essere pubblicata sulla rivista “Clinical Infectious Diseases” è stata sostenuta anche da alcuni scienziati che sono stati coinvolti nella stesura delle linee guida dell’Oms. Sostengono che prove emergenti, anche provenienti da ambienti come gli stabilimenti di lavorazione della carne in cui sono stati scoperti grossi focolai in diversi paesi, suggeriscono che la trasmissione aerea potrebbe essere più importante di quanto ammesso finora.