“Non è proprio vero che la stragrande maggioranza di contagiati oggi sono asintomatici”. Lo spiega ad Askanews Sergio Babudieri, che dirige il Reparto di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari. “Dal mio osservatorio clinico, in realtà, se si va a chiedere a coloro che vengono classificati come asintomatici: ‘hai avuto nei giorni scorsi brividi, raucedine, qualche colpo di tosse, raffreddore, dolori muscolari, hai perso gusto o olfatto?’ immancabilmente qualcuno conferma qualche sintomo. Qualcosa di abbastanza sfumato ma che sarebbe bene la gente sapesse ascoltare”.
“Dico sempre che per affrontare questa situazione ci vogliono coraggio e intelligenza – osserva – : il coraggio di accettare il rischio di prendersi il virus, l’intelligenza di ridurre al massimo le probabilità di contrarlo. E qualora lo si prendesse comunque, bisogna esser consapevoli del fatto che al primo sintomo seppur lieve, ci si deve rivolgere al sistema sanitario nazionale, pretendere di fare un tampone così da poter fare a casa quelle cure che oggi conosciamo e che consentono di evitare il ricovero in ospedale. Il vero pericolo, quello che dobbiamo evitare – sottolinea il professore – è che questa torni ad essere una malattia trattata a livello ospedaliero. L’errore che è stato fatto all’inizio della pandemia, in perfetta buona fede sia chiaro, è stato quello di dire alla gente: se avete i sintomi state a casa e non uscite, non andate in ospedale. Col risultato che arrivavano in ospedale quando non respiravano già più. E’ questo che dobbiamo evitare, che si crei una nuova emergenza ospedaliera. Oggi i mezzi li abbiamo”.