Quattrocento milioni di posti di lavoro a tempo pieno sono svaniti nel nulla durante il primo semestre dell’anno a causa del coronavirus. A lanciare l’allarme è Guy Ryder, Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
“Le cifre che pubblichiamo oggi mostrano che abbiamo perso 400 milioni di posti di lavoro; si tratta di un aumento considerevole rispetto alla nostra precedente stima che era di 305 milioni. Quindi le cose stanno peggiorando, la crisi occupazionale si sta aggravando. Come mai? Semplicemente a causa della curva della pandemia, non l’abbiamo ancora superata”.
“È una traiettoria graduale verso l’alto, è un processo continuo, ma credo che la cosa fondamentale sia la diffusione geografica. Abbiamo visto questa pandemia attraversare il mondo dall’Asia al Pacifico e ora colpisce in modo particolarmente duro le Americhe, dove vediamo che la perdita di posti di lavoro è la peggiore del mondo. La media in tutto il mondo è ora del 14% di riduzione del lavoro svolto, in America è al 18,3% e in Sud America in particolare, il più alto del mondo, siamo quasi al 20%”. “La cattiva notizia è lo scenario più pessimistico, ovvero una seconda ondata della pandemia. Ciò significherebbe che alla fine di quest’anno, dall’attuale perdita di 400 milioni di posti di lavoro, ce ne saranno altri 340 milioni, e le Americhe sarebbero ancora le peggiori”.