Non solo: Finolli, indagato anche per peculato e istigazione alla corruzione, “accettava la promessa di una progressione di carriera con la nomina a Questore della Provincia di Bologna”. E, stando a quanto riportato nell’ordinanza, Cottone gli avrebbe anche promesso “notevoli profitti” legati all’avviamento di alcuni punti vendita Akaiin diversi aeroporti italiani, assicurandogli anche “un ruolo direttivo” nella stessa società. Tutto questo “in cambio di persistenti interventi o ingerenze arbitrarie” messi in atto dall’ex questore di Bergamo sulla “domanda di cittadinanza di Daniele Sampaio Visinguera (ex fidanzata brasiliana di Cottone – ndr)” nonché “per la domanda di porto d’armi per uso difesa personale” dello stesso Giovanni Cottone. O ancora “in cambio dell’aggiornamento di alcune segnalazioni archiviate in Banca Dati sul conto di Giovanni Cottone”. Cavaliere, è invece finito ai domiciliari per aver distratto ingenti somme di denaro dalla società Maxwork quando questa era già “stata dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Bergamo in data 8 giugno 2015”. Il fallimento della società Maxwork, secondo i pm di Bergamo, sarebbe stato provocato dallo stesso ex marito della Marini e dagli altri indagati “per effetto di una serie di operazioni dolose poste in essere dal 13 ottobre 2014 e volte a svuotare l’attivo della società Maxwork, già incapace ad assolvere le proprie obbligazioni in scadenza con i normali mezzi di pagamento, tanto che al 30 settembre 2014 il debito verso l’Inps ammontava a 7 milioni di 915 mila euro e il debito tributario a 14 milioni e 227 mila euro”. Cottone, nato a Palermo ma residente a Milano era già salito agli onori della cronaca nel 2013 proprio per aver sposato la showgirl. Il matrimonio fu poi annullato nel giro di pochi mesi perché la Marini scoprì che l’imprenditore era già sposato in chiesa”.