Al ballottaggio per la scelta dei sindaci ha votato il 43,9 per cento degli elettori aventi diritto: l’8,7 per cento in meno rispetto al 52,6 per cento del primo turno. In pratica, quasi sei elettori su dieci hanno disertato le cabine elettorali. Un dato che conferma una tendenza alla ‘fuga’ dal voto quasi carsica in una competizione elettorale che ha chiamato al voto circa cinque milioni di lettori per la scelta di 65 sindaci, tra cui i dieci primi cittadini di capoluoghi, distribuiti in quindici regioni.
La tendenza anche questa volta sembra colpire di più le grandi città. Ai ballottaggi si è votato a Roma, Torino e Trieste. Nei due capoluoghi di regione dio Lazio e Piemonte l’affluenza è scesa ben oltre il 50 per cento. A Roma, dove si è affermato Roberto Gualtieri come successore di Virginia Raggi al Campidoglio, ha votato il 40 pe cento degli aventi diritto con un ulteriore calo di quasi otto punti percentuali rispetto al primo turni di appena due settimane fa. Lievemente meglio a Torino dove alle urne è andato il 42 per cento degli elettori: meno 6 per cento se paragonato al primo round delle comunali.
Tra i piccoli comuni dove si è votato domenica e lunedì la maglia ‘nera’ per la più bassa affluenza va a Seveso con il 38,6 per cento. Apparentemente sembra tenere l’affluenza al voto nei capoluoghi e nei comuni più piccoli. A Benevento dove è stato confermato per un nuovo mandato Clemente Mastella ha votato quasi il 60 per cento degli aventi diritto. A Isernia, ha votato il 57,5 per cento degli elettori. Anche in questi casi se paragonati al primo turno si può parlare di tracollo nella partecipazione con un -14 per cento nel capoluogo sannita e quasi il 10 per cento in meno a Isernia.