Le ore passano e l’incubo di un possibile attacco dell’Iran a Israele diventa sempre più concreto, gettando una lunga ombra di incertezza sulla regione e oltre. Mentre la situazione si fa sempre più tesa, emergono timori riguardanti il destino degli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza da Hamas, con segnalazioni che indicano la possibilità che gran parte di loro sia stata uccisa. Questo mette ulteriormente in difficoltà la prospettiva di un accordo per lo scambio di prigionieri, rendendo sempre più complicata la situazione al Cairo, dove i negoziati stagnano e le richieste di Hamas per un cessate il fuoco permanente, il ritiro dell’esercito israeliano e il rientro degli sfollati nella Striscia di Gaza rimangono irremovibili.
Mentre il pericolo di un conflitto con l’Iran si avvicina, gli allarmi lanciati dagli Stati Uniti negli ultimi giorni confermano la gravità della situazione. L’arrivo in Israele del capo del Comando Centrale degli Stati Uniti, Michael Kurilla, sottolinea l’impegno di Washington a fianco dello Stato ebraico. Questo impegno è stato ribadito dal presidente Joe Biden, evidenziando la serietà della minaccia rappresentata dalle azioni iraniane. Gli sforzi diplomatici per ridurre le tensioni sono evidenti, con l’inviato americano per il Medio Oriente, Brett McGurk, che ha contattato i ministri degli Esteri di diversi Paesi della regione chiedendo loro di trasmettere un messaggio di moderazione a Teheran.
Anche Mosca ha espresso preoccupazione per la situazione, esortando tutti i Paesi coinvolti a evitare azioni che potrebbero portare alla destabilizzazione della regione. In Israele, l’arrivo di Kurilla è stato accompagnato dalla convocazione del Gabinetto di sicurezza per affrontare sia il dossier Iran che la guerra in corso a Gaza. Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha sottolineato la necessità di prepararsi a sfide provenienti da fonti esterne. Nel frattempo, fonti statunitensi hanno riferito al Wall Street Journal dei timori per la possibile morte di un gran numero di ostaggi israeliani trattenuti a Gaza da Hamas. Nonostante l’IDF abbia confermato la morte di alcuni di loro, si teme che il numero reale delle vittime potrebbe essere molto più alto.
Il clima di tensione è ulteriormente alimentato dagli scontri in corso nella Striscia di Gaza, con l’IDF che ha annunciato l’avvio di operazioni mirate per eliminare terroristi e infrastrutture legate a Hamas. Queste azioni hanno attirato critiche dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ha esortato Israele a facilitare la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione civile. La decisione della compagnia aerea europea Lufthansa di prolungare lo stop dei voli da e per Teheran fino a domenica prossima offre un’indicazione chiara delle previsioni. Mentre il mondo tiene il fiato sospeso, gli sforzi diplomatici e le azioni preventive rimangono gli unici strumenti per cercare di evitare un’escalation che potrebbe avere conseguenze devastanti per la regione e oltre.