Economia

Nel 2016 la crescita accelera: Pil a +1,1%

di Maurizio Balistreri

Crescita in accelerazione nel 2016. Il Pil italiano, quest’anno, salirà dell’1,1% in deciso aumento rispetto allo 0,8% messo a segno nel 2015. Il maggior contributo allo sviluppo arriverà dalla domanda interna che, al netto delle variazioni delle scorte, dovrebbe contribuire positivamente per 1,3 punti percentuali. Ma è tutto il quadro economico a rafforzarsi: i consumi cresceranno dell’1,4%, gli investimenti torneranno a correre (+2,7%) e aumenteranno i segnali positivi dal mercato del lavoro. E’ la fotografia scattata dall’Istat nelle Prospettive per l’economia italiana. Le previsioni tengono conto delle misure descritte nel Documento di economia e finanza diffuso ad aprile. Un rallentamento più deciso del commercio internazionale e l’eventuale riaccendersi di tensioni sui mercati finanziari “costituiscono dei rischi al ribasso per l’attuale quadro previsivo”, ha precisato l’Istituto. All’opposto, una ripresa più accentuata del processo di accumulazione del capitale, legata allo sviluppo delle politiche nazionali ed europee, costituirebbe un ulteriore stimolo alla crescita economica. L’Istituto stima una ripresa degli investimenti (+2,7%) che beneficeranno del rafforzamento delle attese sulla crescita dell’economia e del miglioramento delle condizioni del mercato del credito. Quanto al mercato del lavoro, la disoccupazione scenderà, in media d’anno, all’11,3% per effetto della diminuzione delle persone in cerca di occupazione. Si consolideranno, poi, i progressi sul fronte occupazionale (+0,8% in termini di unità di lavoro). Buone notizie anche per i consumi. La spesa delle famiglie in termini reali è stimata in aumento dell’1,4%, alimentata dall’incremento del reddito disponibile e dal miglioramento, appunto, delle condizioni del mercato del lavoro. Infine, guardando ai prezzi, la dinamica non dovrebbe discostarsi da quella attuale fino ai mesi estivi. Dall’autunno è prevista un’inversione di tendenza, che riporterebbe il tasso tendenziale su valori più sostenuti verso la fine dell’anno, anche se ancora inferiori all’1%.

 

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