“La riflessione se uscire dal partito è d’obbligo. Ho deciso di dare le dimissioni di capogruppo alla Camera per il fatto che non condivido la scelta che è stata fatta e soprattutto le conseguenze, ovvero la rottura del patto progressista che non vedo molto lineare come prospettiva. Da un lato noi un mese fa abbiamo convinto dei territori che magari con il Partito Democratico erano stati in opposizione ad andare in una lista unitaria, con l’idea che la coalizione avrebbe portato a un progetto politico molto più ampio, a un fronte unitario in elezioni successive. Andare a rompere quel patto, così come si era delineato, oggettivamente non era una conseguenza imprevista ma ampiamente prevedibile. Ho percepito in molti colleghi e in interventi che ho sentito che l’idea che la situazione potesse precipitare fosse improbabile, anche perché non si è mai andati a votare in autunno, ma non era così imprevedibile”. Così Davide Crippa, all’indomani delle sue dimissioni da capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle.
Sulla questione dimissioni ha poi aggiunto: “Mi trovavo in una condizione di disagio ad essere comunque capogruppo e dover portare avanti una linea che non condividevo fino in fondo. Oggi lascio spazio a chi può condividere quella linea e a chi può cercare di metterla in campo alla Camera. Da 13-14 anni sono alla Camera e questa scelta comunque non è semplice”. Sull`ipotesi di passaggio ad Insieme per il futuro dice: “Se passerò al movimento di Di Maio? Non ho fatto questa scelta all’epoca e oggi stiamo vivendo un momento molto delicato e non è detto che chi per forza la pensi in maniera diversa o in dissenso rispetto a Conte debba essere incasellato da un’altra parte”.