Nuove politiche migratorie, la crisi del settore dell’automotive, l’accordo con i Paesi Mercosur. Questi i temi che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha posto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’incontro, inizialmente in programma ieri, si è tenuto questa mattina, visto il forte stato influenzale che ieri aveva costretto la premier ad abbandonare in anticipo il summit per rientrare in albergo. Con Meloni ‘ho discusso della necessità di dare nuova vitalità al ruolo dell’Europa sulla scena globale – ha scritto Von der Leyen su X -. Creiamo più partenariati e alleanze che contribuiscano alla nostra prosperità. Abbiamo anche discusso della necessità di intensificare la lotta contro il traffico di migranti con i partner’.
Per Palazzo Chigi è stato un ‘primo scambio di opinioni’ dopo l`insediamento del nuovo esecutivo europeo, con al centro ‘le priorità di azione del nuovo ciclo istituzionale Ue, a partire dal rilancio del ruolo e della competitività dell`Unione Europea nel mondo’. Tradotto: come conciliamo il Green Deal con la crisi dell’industria europea, in particolare quella dell’auto, e come ci prepariamo ad affrontare il possibile ‘ciclone’ geopolitico e commerciale che potrebbe arrivare dopo il 20 gennaio, data dell’insediamento di Donald Trump? Di Ucraina, alcuni leader dell’Ue (compresa Meloni) avevano discusso con Volodymyr Zelensky mercoledì sera, ospiti del segretario generale della Nato Mark Rutte, e poi ne hanno parlato a lungo tutti i Ventisette, al Consiglio europeo giovedì, che è stato aperto proprio dall’intervento del presidente ucraino (dopo il consueto discorso preliminare della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola).
Se la posizione resta, e non potrebbe essere altrimenti, di ‘pieno sostegno’ a Kiev, nei colloqui non sono state taciute le preoccupazioni per un conflitto che si protrae ormai da quasi tre anni e per il possibile disimpegno degli Stati Uniti, che fin qui hanno retto buona parte del peso degli aiuti finanziari e militari. D’altra parte, uno dei messaggi di Zelensky è stato proprio quello di avvertire l’Ue che, se venisse a mancare il sostegno attivo Usa, le forniture di armi da parte degli europei (e della Nato) non sarebbero sufficienti, e dovrebbero essere sostanzialmente rafforzate. In particolare, l’Ucraina ha bisogno di installare 19 nuovi sistema di difesa antiaerea per proteggere le infrastrutture energetiche critiche del Paese, prese di mira sistematicamente dai bombardamenti russi, e chiede che vengano rispettati gli impegni degli alleati riguardo alla formazione, all’equipaggiamento e all’armamento delle sue brigate, che devono affrontare, innazitutto fermare e possibilmente respingere l’avanzata dell’invasione russa sul terreno.
Nel colloquio con von der Leyen, dunque Meloni si è soffermata in primo luogo sulla questione della crisi dell’automotive. L’Italia, insieme alla Repubblica Ceca, ha presentato un ‘non-paper’, sostenuto da altri paesi membri, in cui vengono avanzate delle richieste specifiche: in primo luogo la revisione delle multe che le case costruttrici dell’Ue dovranno pagare se non raggiungeranno la riduzione delle emissioni prevista con i nuovi obiettivi del 2025 (-20% rispetto al 2021), e poi un ripensamento più in generale del green deal, in particolare per quanto riguarda il termine del 2035 fissato per il divieto della vendita di auto a motore endotermico, sposando il principio della ‘neutralità tecnologica’ (ovvero la possibilità di ‘salvare’ il motore endotermico e il suo indotto industriale, particolarmente importante per l’Italia, sviluppando altre tecnologie per la riduzione delle emissioni, diverse dal ‘tutto elettrico’).
Non a caso, proprio ieri la Commissione ha precisato che sarà lanciato già a gennaio il ‘dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica in Europa’, già annunciato da von der Leyen a novembre, prima del voto di fiducia alla nuova Commissione, ‘con l’obiettivo di proporre e attuare rapidamente le misure di cui il settore ha urgente bisogno’. E per la visione italiana fanno ben sperare le espressioni usate nel comunicato Ue di una ‘strategia olistica’ e di un ‘approccio tecnologico aperto’. Su questo tema, durante il briefing quotidiano della Commissione per la stampa, un giornalista, facendo riferimento all’incontro tra von der Leyen e Meloni, ha chiesto se non sia già troppo tardi per lanciare il ‘dialogo strutturato’ con l’industria, visto che è stata già adottata ed è entrata in vigore la nuova legislazione sulla drastica riduzione della emissioni di CO2 dai veicoli, con i nuovi obiettivi già nel 2025 e fino all’azzeramento previsto nel 2035.
‘Non direi che è troppo tardi, direi che è importante, è cruciale’, ha risposto il portavoce della Commissione Stefan de Keersmaecker. ‘E questo è esattamente il motivo per cui abbiamo annunciato il dialogo strategico ieri. Servirà per consentire a tutti noi e al settore auto in particolare di concentrarci su una serie di sfide molto importanti: come dare impulso all’innovazione e alla digitalizzazione, come sostenere meglio la decarbonizzazione del settore, come mantenere posti di lavoro di alta qualità, come garantire le competenze necessarie nel settore, come semplificare il quadro normativo, eccetera. Queste sono sfide estremamente importanti, che richiedono davvero un dialogo con le numerose parti interessate’, e questa iniziativa, ha rilevato il portavoce, ‘dimostra l’importanza che la Commissione europea e il presidente in particolare attribuiscono a questo lavoro’.
In merito alle multe (si stima che potrebbero superare i 16 miliardi di euro, complessivamente) per le case automobilistiche dell’Ue che non raggiungeranno la riduzione delle emissioni prevista con i nuovi obiettivi del 2025 (-20% rispetto al 2021), e alle pressanti richieste dell’industria di rivedere o ritardare il nuovo target, il portavoce ha aggiunto: ‘Non credo che abbiamo annunci da fare su questo, né ulteriori commenti al riguardo. Non possiamo prevedere quale sarà la situazione di mercato che ci sarà nel 2025, quando inizieranno ad applicarsi i nuovi obiettivi. Quindi nessun annuncio specifico su questo per ora’. Saariselka (Finlandia), 20 dic. (askanews) – Altro tema economico che sta a cuore all’Italia è quello dell’accordo Ue-Mercosur, firmato da von der Leyen il 6 dicembre a Montevideo. Meloni ha ribadito alla presidente della Commissione che servono ‘compensazioni’ per i produttori italiani, in particolare gli agricoltori, altrimenti il sì dell’Italia non arriverà (e questo, vista anche l’opposizione della Francia e di altri paesi più piccoli, potrebbe precludere il via libera a maggioranza qualificata per l’accordo commerciale).
Da notare che il 10 dicembre Commissione europea ha già preso una decisione importante a questo riguardo, raddoppiando da 25mila a 50mila euro il tetto degli aiuti ‘de minimis’ che uno Stato membro può concedere nell`arco di un triennio alle aziende agricole, senza la preventiva notifica a Bruxelles. La nuova disposizione si applicherà fino al 31 dicembre 2032. Lo stesso 10 dicembre, aprendo con il suo intervento le Giornate europee dell’agroalimentare a Bruxelles, von der Leyen ha annunciato che ‘nei primi 100 giorni della nuova Commissione, presenteremo una nuova Visione per l’agricoltura e l’alimentazione, esaminando come sostenere la competitività e la sostenibilità del vostro settore. E il nostro impegno con voi continuerà’.
Questa nuova disponibilità della Commissione, in particolare riguardo a nuovi aiuti e compensazioni al settore agricolo, è stata sottolineata, lo stesso 10 dicembre, dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: ‘Dalle interlocuzioni che ho avuto in queste ore con diversi ministri e commissari Europei, emerge un cambio di passo significativo nei confronti del comparto agricolo, inimmaginabile fino a qualche tempo fa’, ha scritto il ministro sul proprio profilo Facebook, a margine del Consiglio Agricoltura dell’Ue a Bruxelles. Tra l’altro, della questione delle ‘compensazioni’ per gli agricoltori rispetto all’impatto che potrà avere l’accordo con il Mercosur ha parlato anche il neo vicepresidente esecutivo della Commissione per la Coesione e le Riforme, Raffele Fitto. ‘Ci sono molti elementi positivi nell’intesa Ue-Mercosur, gli agricoltori vogliono una garanzia di vera reciprocità, io ritengo che nell’intesa il tema sia ben precisato ma andrà verificato. Sicuramente abbiamo un dibattito molto importante, il 19 febbraio la Commissione Ue su proposta mia e del commissario all’Agricoltura Christophe Hansen aprirà il dibattito sulla questione’, aveva annunciato Fitto alla festa Atreju di Fdi, il 13 dicembre.
Infine la questione, prioritaria per il governo italiano, dei migranti: Meloni e von der Leyen, riferisce Palazzo Chigi, hanno fatto ‘il punto sui risultati raggiunti e su quanto resta ancora da fare per disporre di strumenti efficaci di gestione del fenomeno migratorio’. Strumenti che per Meloni sono il ‘nuovo quadro giuridico in tema di rimpatri’, su cui auspica una ‘rapida presentazione e finalizzazione’ (una proposta della Commissione è già stata annunciata entro marzo); le cosiddette ‘soluzioni innovative’, come il ‘modello Albania’ e – collegato a questo – un ‘rafforzamento dei concetti di Paese sicuro di origine e Paese terzo sicuro’ (anche qui, una proposta della Commissione è stata annunciata, probabilmente entro giugno), senza il quale, come dimostra il caso italiano, iniziative come i centri albanesi di Shengjin e Gjader sono destinate a non decollare. A questo proposito, infine, Meloni e von der Leyen hanno concordato di rafforzare ulteriormente la collaborazione e la complementarietà tra il Piano Mattei italiano per l`Africa e la più generale Strategia europea del ‘Global Gateway’ .