Il “segnale” che Renzi aspettava da giorni, il “riconoscimento” da parte del premier Conte che Italia viva è necessaria per proseguire l’esperienza di governo e che ci sarà un tavolo per ridiscutere il “patto di legislatura” alla fine è arrivato. Ed è arrivato dopo il colloquio di meno di un’ora al Quirinale tra il presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il Capo dello Stato che fino a oggi era rimasto apparentemente in disparte e in attesa degli sviluppi della crisi oggi incontrando Conte ha sottolineato “la necessità di uscire velocemente da questa condizione di incertezza, a fronte dell’allarmante situazione causata dalla pandemia”. Conte ha riferito di aver chiesto lui stesso il colloquio con Mattarella per aggiornarlo sullo stato di salute della coalizione. E durante il colloquio Mattarella lo ha incoraggiato a perseguire la strada del dialogo. Una strada interrotta bruscamente ieri quando da palazzo Chigi era stato dato l’ultimatum: se Renzi ritira i ministri mai più al governo con Iv. “Spero che non si arrivi a questo”, ha detto Conte, arrivando a Palazzo Chigi, rispondendo a chi gli chiede in caso di uscita di Iv si dimetterebbe.
“Spero che non si arrivi a tanto” ha ribadito il presidente del Consiglio questa volta parlando con i giornalisti al ritorno dal Quirinale e rispondendo a una domanda sul possibile ritiro delle ministre di Italia Viva. “Una crisi non sarebbe compresa dai cittadini”, ha aggiunto Conte. A sollecitare la ripresa del dialogo, questa mattina, è stato il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che nel giudicare un “ottimo risultato di tutti il via libera alla bozza del Recovery Plan” chiedeva di “riprendere il dialogo, il confronto nella maggioranza, per trovare una soluzione alla crisi”. E secondo fonti parlamentari di diversi partiti, il filo del dialogo non si è ancora spezzato, anche se i margini sono strettissimi e il tempo stringe. Al momento, comunque, non è fissato un incontro del premier Giuseppe Conte con Renzi (ipotesi circolata stamani) né un vertice con tutti i leader mentre in serata tornerà a riunirsi il Consiglio dei ministri, con o senza le rappresentanti di Italia viva.
Di certo, sono ore decisive per il governo Conte Bis. E Clemente Mastella parla di responsabili e Matteo Renzi. Quanti sono i responsabili? “Potrebbero essere più di cinque ma se non gli riconosci lo status non vengono allo scoperto”. Lo ha detto il sindaco di Benevento a “Un giorno da pecora” su Radio Uno. Alla domanda se i responsabili siano “in sonno”, “dormienti”, l’ex Guardasigilli considerato l’artefice di un’operazione in soccorso del governo Conte, ha replicato: “Se son dormienti son cavoli loro perché si va a elezioni…”. In concreto, quanti sono, oltre alla moglie, senatrice Sandra Lonardo? “Non sono molti, ma qualcun altro ci sta. Più di uno, qualcuno in più. Forse anche più di cinque, ma vediamo, non lo so…”, ha tagliato corto Mastella. E a chi gli chiede se esista davvero l’idea di un governo Conte-Mastella, come paventato da Matteo Renzi, Mastella risponde: “Io non ne so niente, lo saprà Renzi, che vi devo dire. Lui mi cita per prendermi in giro, perché vuole svilire l’operazione dell’attuale premier”.
La mattinata era iniziata con dei segnali distensivi grazie al lavoro di mediazione svolto dal Pd e al quale Renzi e i suoi avevano fatto sapere che quello che mancava per giungere a una soluzione era un “segnale” da parte del premier in persona. Il leader di Iv infatti non ha mai nascosto la sua irritazione per l’atteggiamento di chiusura del premier. I due non si sono mai parlati direttamente in tutto questo periodo. Un gesto che probabilmente ha contribuito a esacerbare gli animi. E Conte, non a caso dopo aver parlato con il Capo dello Stato, ha dato quel segnale, ha fatto una esplicita apertura, dichiarando che Iv è parte essenziale della maggioranza e che lavorerà per un patto di legislatura con tutti gli alleati. Se questo basterà per scongiurare la crisi è presto per dirlo.