L’economia italiana è ancora in fase recessiva ma le previsioni per il 2015 lasciano intravedere una lieve tendenza positiva. È quanto emerge dal “Report Sud – 27° rapporto semestrale sulla situazione congiunturale dell’economia del Mezzogiorno” realizzato da Diste Consulting e Fondazione Curella e presentato oggi a Palermo. “Per l’economia italiana si vedono le prime luci infondo al tunnel anche se la Sicilia e il Mezzogiorno hanno maggiori difficoltà ad uscire dalla crisi – dice Pietro Busetta presidente della Fondazione Curella – Dopo otto anni di attesa, per il 2015 c’è l’aspettativa che il Pil meridionale arretri solo dello 0,5% ma parliamo sempre di un dato in negativo”. Per il 2014 le previsioni del Report parlano di un calo del Pil del Mezzogiorno attorno all’1,2% a fronte di una previsione per il Centro Nord del +0,3%. Rispetto al 2007, anno precedente l’inizio della crisi, l’economia meridionale ha bruciato circa il 15% della propria produzione.
Con l’eccezione dell’agricoltura, che annota un valore aggiunto a crescita zero, i numeri dei settori della produzione sono impietosi. L’industria manifattutiera registra un arretramento del valore aggiunto del 27,5% rispetto al 2007; il ramo delle costruzioni ha tagliato il 36% della propria produzione e anche il settore dei servizi, considerato fino a non molto tempo fa anticiclico, arretra nel valore aggiunto di circa il 9%. “Dal 2016 in poi potrebbe andare molto meglio – aggiunge Busetta – ma è chiaro che bisogna lavorare molto, bisogna investire, bisogna sfruttare la posizione dell’Italia nel Mediterraneo, bisogna vedere le eccellenze che ci sono ad esempio nel campo farmaceutico e in Sicilia e nel Mezzogiorno in particolare nell’agroalimentare. Bisogna spendere le risorse comunitarie e – conclude – bisogna avere delle amministrazioni che si rendano conto di tutto questo. Da questo punto di vista non mi pare che negli ultimi tempi la Sicilia stia dando risposte concrete”.