Crisi politica in Corea del Sud: il Parlamento esautora il presidente ad interim Han Duck-soo
In un episodio senza precedenti nella storia politica della Corea del Sud, il Parlamento di Seoul ha votato oggi per l’impeachment del presidente ad interim, il primo ministro Han Duck-soo. La decisione è arrivata in seguito a un’escalation di tensioni politiche generate dal fallito tentativo del presidente deposto Yoon Suk-yeol di instaurare la legge marziale.
La votazione
La votazione, che ha visto la partecipazione di 192 legislatori, si è conclusa con un risultato unanime: 192 voti a favore dell’impeachment. L’annuncio è stato dato dal presidente dell’Assemblea nazionale, Woo Won-shik, tra le accese proteste dei parlamentari del partito al governo, che hanno espresso il loro dissenso alzando i pugni e cantando in segno di rabbia.
Un precedente storico
Questo impeachment segna un momento storico, essendo il primo caso di destituzione di un presidente ad interim in Corea del Sud. Han Duck-soo è stato accusato di aver partecipato attivamente all’insurrezione seguita al tentativo fallito del suo predecessore di imporre la legge marziale lo scorso 3 dicembre.
L’impeachment di Han segue quello del presidente Yoon Suk-yeol, deciso dal Parlamento il 14 dicembre, dopo che quest’ultimo aveva inviato l’esercito a occupare l’Assemblea nazionale. Anche se Yoon ha ritirato la legge marziale poche ore dopo, il danno politico era già stato fatto. La Corte costituzionale dovrà ora convalidare o respingere l’impeachment di Yoon entro sei mesi.
Le accuse Ccontro Han Duck-soo
Secondo il testo della mozione approvata, Han Duck-soo è accusato di aver ostacolato intenzionalmente un’indagine speciale volta a interrogare i responsabili della ribellione. Inoltre, avrebbe rifiutato di nominare tre nuovi giudici della Corte costituzionale, lasciando vacanti seggi chiave in un momento critico. Queste azioni, secondo l’opposizione, violano i doveri costituzionali di ogni funzionario pubblico e compromettono gravemente l’indipendenza del sistema giudiziario.
Il ministro delle Finanze, Choi Sang-mok, ha ora assunto temporaneamente la carica di capo dello Stato ad interim. Nel frattempo, la Corte costituzionale ha iniziato la prima udienza sull’impeachment di Yoon Suk-yeol, nonostante la mancanza di tre giudici. Per poter confermare la rimozione definitiva di Yoon, i sei giudici attualmente in carica dovranno raggiungere un voto unanime. Un solo voto contrario porterebbe alla reintegrazione automatica dell’ex presidente.
Reazioni e impatti economici
La crisi politica ha avuto ripercussioni immediate sull’economia del Paese. Questa mattina, il won sudcoreano ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 16 anni rispetto al dollaro. Gli investitori sono preoccupati per l’incertezza politica che avvolge la quarta economia asiatica.
Han Duck-soo, 75 anni, ha difeso le sue azioni sostenendo che il suo status di presidente ad interim non gli conferisce il potere di effettuare nomine importanti. Ha inoltre dichiarato che la scelta dei giudici della Corte costituzionale dovrebbe essere frutto di un accordo tra il Partito del Potere Popolare (PPP) e i partiti di opposizione.
Yoon Suk-yeol sotto inchiesta
Nel frattempo, il presidente deposto Yoon Suk-yeol è sotto indagine per “ribellione”, un crimine che in Corea del Sud può essere punito con la pena di morte. L’Ufficio investigativo sulla corruzione ha già convocato Yoon due volte per essere interrogato sugli eventi della notte tra il 3 e il 4 dicembre, ma l’ex presidente non si è presentato. Una terza convocazione è stata inviata per un’udienza fissata per domenica 29 dicembre.
La Corea del Sud si trova di fronte a una delle crisi politiche più gravi della sua storia recente. Mentre il Paese attende le decisioni della Corte costituzionale e l’esito delle indagini sull’ex presidente Yoon, la stabilità politica ed economica resta in bilico. La situazione richiede un intervento urgente per ripristinare la fiducia nelle istituzioni e garantire il rispetto dello stato di diritto.