Crocetta: licenziare “burocrati intoccabili”. Sindacati in rivolta: ennesimo spot

di Giuseppe Novelli

Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, punta il dito sui “burocrati intoccabili” e che “spesso sono al centro e alla radice del malaffare”. E chiosa: “Mentre si mette in discussione l’art.18 per i dipendenti privati, mi piacerebbe che si facesse altrettanto per i burocrati della pubblica amministrazione, semplificando le procedure e non solo di fronte a vicende giudiziarie”. In altri termini, serve una nuova norma contro i “burocrati-intoccabili” per rendere più agevoli i licenziamenti, proprio come Matteo Renzi vuol fare con il Jobs Act per i nuovi assunti nelle imprese private. In sostanza, altra mina vagante pronta ad esplodere. E così è andata, sindacati in rivolta.

“La norma c’è basta applicarla – dice il segretario generale regionale dei Cobas-Cosir, Dario Matranga – l’amministrazione ha anche utilizzato il licenziamento, come sanzione disciplinare massima in alcuni casi. Mi sembrano argomentazioni di matrice populista, che la politica usa quando è in difficoltà”. Per Cisl il governatore ignora le leggi sul pubblico impiego. “I dirigenti sono licenziabilissimi – dice il segretario della Fp Cisl Gigi Caracausi – basta censurarli per mancato raggiungimento degli obiettivi e avere il coraggio di rimuoverli”. Dello stesso avviso la Cgil, che però alza il tiro e propone di rivedere l’intero sistema dello spoil system. “Azzeriamo tutto e facciamo un bando per selezionare i dirigenti alla scadenza dei contratti – dice il segretario regionale della Fp Cgil, Michele Palazzotto – così si rompono i legami tra burocrazia e politica, che spesso nascondono forme di collusione pezzi della politica, della burocrazia e del malaffare”. Anche la Uil ritiene superflue nuove regole, definendo la proposta del presidente “l’ennesimo spot”. “Riformare la macchina amministrativa – dice il segretario regionale della Uil Claudio Barone – ci trova d’accordo. Le norme ci sono e licenziare è possibile. Piuttosto ci vuole trasparenza nell’assegnazione degli incarichi, cosa che oggi non c’è”. Per Barone, insomma, “va scardinata la logica della scelta discrezionali e unilaterali dei dirigenti”.

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