Crocetta: “Nessuno dica che il Piano è uguale a quello di Cuffaro. Pronti a commissariare i comuni”

RIFIUTI IN SICILIA Il governatore ha presentato le iniziative contro l’emergenza. “L’Arpa se vuole fare i monitoraggi deve attrezzarsi”

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“Le dichiarazioni del ministro, in larga misura, hanno confermato che i provvedimenti adottati dalla Regione hanno impedito l’emergenza rifiuti”. Cosi’ il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta commenta le affermazioni del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti fatte davanti alla Commissione Ambiente in Senato, secondo le quali nell’Isola “la capacita’ residua di trattamento in discarica dei rifiuti ha un’autonomia di 6 mesi” e che “la raccolta differenziata e’ ferma al 12,5 per cento”. Crocetta evidenzia che “fino a oggi mi pare che i rifiuti per le strade non rimangano”. Quindi, la denuncia del ministro, “mi sembra un riconoscimento anche se segnalava alcuni problemi”. “Su tutti – dice ancora Crocetta -, quello che la Sicilia non fa la differenziata. Una denuncia che potrebbe essere anche della Regione siciliana visto che e’ un compito che spetta ai Comuni”. “Stiamo provvedendo a rendere strutturali tutte le ordinanze che abbiamo fatto per evitare che dal 30 novembre scoppi l’emergenza rifiuti. Entro la fine del mese il tritovagliatore di Trapani sarà riparato e la gara per l’impianto mobile di biostabilzzazione a Sciacca dovrebbe essere pronta a ottobre”, continua a spiegare il governatore in occasione della presentazione del Piano rifiuti a Palazzo d’Orléans. “Nel patto per il Sud – prosegue Crocetta – abbiamo previsto il finanziamento per l’impianto di Sciacca come la linea tmb della Srr di Trapani”.

Per quando riguarda la biostabilzzazione, la discarica di Siculiana, questa “e’ stata autorizzata al doppio delle attuali quantita’ e a Enna la conferenza servizi ha approvato il progetto per l’impianto fisso di biostabilizzazione e ampliamento della vasca. Prossimamente ci sara’ la gara e, a marzo, l’impianto dovrebbe essere pronto”. Cio’ permettera’ di avere un impianto funzionante che “coprira’ il fabbisogno di tutti i comuni nell’Ennese”. Il governatore si sofferma anche sulle prescrizioni dell’Arpa sui limiti relativi all’utilizzo degli impianti di biostabilizzazione mobile nelle discariche di Palermo e Sciacca. “L’Arpa se vuole fare i monitoraggi deve attrezzarsi – chiosa -. Il giudizio dell’Arpa regionale non credo possa sovrastare quello dell’Ispra, l’indice dei rifiuti è nella norma, quando fino a giugno scorso nessuno diceva nulla a Palermo sugli impianti di biostabilizzazione, l’improvviso eccesso di zelo è avvenuto quando abbiamo migliorato il quadro”. Il governatore su un punto è fermo: “Il trasferimento dei rifiuti non e’ compito delle Regioni ma dei comuni”. In soldoni, “la Tari non viene pagata alla Regione, il nostro compito e’ di individuare le discariche che devono esser attivate ed cio’ che abbiamo fatto in questi mesi”.

Poi, tornando sui ritardi legati alla raccolta differenziata in Sicilia, ribadisce che “siccome ci sono le gare in itinere per la differenziata e’ la colpa dei ritardi e’ dell’Urega, non si puo’ usare questa come giustificazione per non avviare la raccolta differenziata. Se colpe ci sono prenderemo anche dei provvedimenti, ma il Comune ha l’obbligo di farla. Se contravvengono i Comuni – puntualizza – deve scattare l’intervento sostitutivo”. Poi la stoccata a Palazzo Chigi. “Nessuno dei critici del Governo si azzardi a dire che il nostro piano e’ uguale a quello degli inceneritori di Cuffaro , ci vuole un pregiudizio ideologico spaventoso per affermarlo”. Crocetta, in merito, tiene a precisare che “nessun provvedimento puo’ obbligarci a realizzare i termovalorizzatori. Il nostro piano dei rifiuti e’ perfettamente rispettoso delle indicazioni europee e delle norme nazionali. Non significa che i termovalorizzatori siano esclusi a priori, ma che ci apriamo a tutte le proposte tecnologiche avanzate per la tutela dell’ambiente che riducano l’impatto ambientale di due terzi rispetto alle direttive europee”. Infine, il governatore annuncia che tra le ipotesi al vaglio, si pensa a piccoli impianti diffusi sul territorio: due piu’ grandi per Palermo e Catania da 200 tonnellate, e 5-6 da massimo 60 tonnellate per i piccoli consorzi nell’Isola. “Ma le soluzioni sono molteplici – conclude- e nessuno dica che vogliamo i termovalorizzatori”.