Crocetta ritorna nell’arena politica: “Non mi dimetto. Il Pd? Mi sfiduci, così si renderà complice dei golpisti”
SICILIA Il governatore: “L’Espresso se ha il materiale lo consegni ai magistrati, se non ce l’ha, e non ce l’ha, la cosa è molto grave e vergognosa. Ma ne risponderà davanti alla giustizia”
Non ha nessuna intenzione di dimettersi, ritorna ad attaccare in modo duro l’Espresso e vuole da Renzi una commissione d’inchiesta affinché venga a galla la verità sul giallo delle intercettazioni. Ma il vero colpo letale lo sferra al suo partito, il Pd: “Mi sfiduci, così si renderà complice dei golpisti”. Ritorna nell’arena politica come un leone, Rosario Crocetta, a settantadue ore dallo scandalo mediatico che l’ha travolto senza appello. “C’è un complotto e una congiura per farmi dimettere, ma la verità sta venendo a galla – tuona il governatore della Sicilia -. “Sono un militante vero, un combattente della lotta alla mafia e morirò sul campo non seppellito da una montagna di fango che non mi appartiene e che si sta ritorcendo contro chi l’ha ideata”. In altri termini, “mi opporrò a un disegno che vuole riconsegnare alla mafia il Paese e la regione e destabilizzare il governo del Paese”. Dunque “sono io che chiedo la verità e dico basta. Voglio che gli italiani sappiano la verità: se sono responsabile di una leggerezza pagherò, ma non posso pagare da innocente”. Poi ritorna ad attaccare il settimanale che ha pubblicato le intercettazioni tra il medico Matteo Tutino e lo stesso Crocetta: “L’Espresso se ha il materiale lo consegni ai magistrati, se non ce l’ha, e non ce l’ha, la cosa è molto grave e vergognosa. Ma ne risponderà davanti alla giustizia”. A tal proposito, l’avvocato Vincenzo Lo Re, legale di Crocetta, illustrerà martedì prossimo a Palermo, nel corso di una conferenza stampa, le iniziative giudiziarie che intende adottare confronti del settimanale.
Il governatore è un fiume in piena. Inarrestabile. Sposta il mirino sul suo partito. “Il Pd vuole le mie dimissioni? -chiosa -. Mai, mi sfiducino se vogliono, così si renderanno complici dei golpisti e passeranno alla storia come coloro che hanno ammazzato il primo governo antimafia della storia siciliana”. E’ un continuo gioco a rilancio quello del governatore che addirittura chiede a Renzi di “nominare subito una commissione d’inchiesta per accertare quali servizi deviati e quali poteri oscuri abbiano tentato di farmi fuori. Ieri l’ho chiesto al ministro degli Interni Alfano”. A fianco di Crocetta, scende in campo il vice presidente della Regione Siciliana, Mariella Lo Bello. “L’attacco al Presidente Crocetta – sottolinea – è solo un modo per alcuni, tagliati fuori da questo governo che ha smontato logiche affaristiche e malamministrazione, per rimettere le mani sulla Sicilia. Lucia Borsellino non è mai stata lasciata sola e le sue difficolta sono le stesse che ho avuto io come Assessore al Territorio prima e come Assessore all’Istruzione e Formazione Professionale adesso “. Per la Lo Bello, “bisogna distinguere tra chi è veramente antimafioso e chi fa antimafia senza esserlo”.