Cgia, crolla liquidità a imprese

Cgia, crolla liquidità a imprese
16 luglio 2017

In questi ultimi 3 anni di crisi del sistema creditizio la contrazione degli impieghi bancari alle imprese italiane ha continuato ad aumentare: -62,4 miliardi di euro. Ad eccezione del Molise, la regione più colpita è stata il Veneto. La crisi della Popolare di Vicenza, di Veneto Banca, del Monte dei Paschi e di alcune banche di Credito Cooperativo locali ha innescato una stretta sul credito senza precedenti: -10,7 contro una media nazionale del -6,8 per cento. In termini assoluti, secondo la Cgia, alle aziende venete sono stati tagliati 10,8 miliardi di prestiti (pari al 17,3% del dato nazionale). Solo la Lombardia ha registrato una diminuzione in valore assoluto superiore (-15,9 miliardi di euro), anche se va ricordato che in quest`ultima realtà territoriale è ubicato un numero di imprese attive pari al doppio di quello presente in Veneto. Una situazione altrettanto difficile si è registrata nelle Marche. La diminuzione è stata del 10,4 per cento (pari a -2,7 miliardi di euro), in Calabria, dove la riduzione dei prestiti è stata del 9,7 per cento (-857 milioni di euro) e in Emilia Romagna che ha segnato una variazione percentuale del -9,1 per cento (pari a 9,2 miliardi di euro). Una delle ragioni del credit crunch in atto è riconducibile al forte aumento delle sofferenze bancarie registrato in questi anni.

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Sempre tra l`aprile del 2014 e lo stesso mese di quest`anno, le sofferenze in capo alle imprese (calcolate come differenza tra impieghi e impieghi vivi) sono aumentate di 28,8 miliardi di euro, arrivando a toccare i 160,9 miliardi di euro (aprile 2017). Osservando i dati relativi all`incidenza percentuale delle sofferenze sul totale impieghi ale imprese, la situazione più difficile si registra in Calabria (32,1 per cento), nel Molise (31,4 per cento), in Sardegna (29,9 per cento) e in Sicilia (28,7 per cento). La regione più virtuosa, invece, è il Trentino Alto Adige: l`incidenza è solo del 9,6 per cento. Il dato medio Italia, infine, è pari al 18,8 per cento. “Accogliamo con grande soddisfazione l`istituzione della commissione parlamentare di inchiesta, che – sottolinea il segretario della Cgia, Renato Mason – avevamo chiesto sin dall`inizio del 2016. Peccato che i mesi di lavoro da qui alla fine della legislatura saranno insufficienti per chiarire quanto accaduto in questi ultimi anni. Tuttavia, la fiducia nei confronti delle banche salvate con il contributo dei soldi pubblici si riconquista anche attraverso la pubblicazione dei nomi, degli importi non ancora restituiti e della quantità di aiuti che questi istituti si sono fatti carico sino ad ora per le ristrutturazioni di queste aziende insolventi. E` importante che chi ha contribuito a dissestare i bilanci di molti istituti bancari sia messo nelle condizioni di non partecipare più alla vita civile di questo paese. Nel caso tutto questo non fosse possibile per una questione di privacy, auspichiamo che la Commissione parlamentare di inchiesta o una legge ad hoc consenta ai soci delle banche in difficoltà che hanno visto svanire i propri risparmi di visionare, comunque, questi dati”.

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