Le cure domiciliari costano un quarto di quelle in ospedale, ma sono ancora poco utilizzate anche se sono sempre piu’ numerosi gli ambiti in cui potrebbero essere utilizzate. Il tema è stato al centro della Conferenza Nazionale sulle Cure Domiciliari, organizzata dalla Confederazione Nazionale associazioni di Distretto – Societa’ Scientifica delle Attivita’ Sociosanitarie Territoriali (Card). Secondo il presidente di Card, Gennaro Volpe, “il nostro obiettivo e’ fare il punto su questa cenerentola dei servizi sanitari (costano il 2-3% del totale della spesa sanitaria), che tuttavia diventano pratiche sempre piu’ diffuse, usate nel 2016 da circa 1 milione di assistiti dei Distretti italiani”.
Le cure domiciliari dei distretti sono passate dagli iniziali interventi semplici (ad esempio un prelievo di sangue, una medicazione) a cure di alta complessita’ (anche con presidi tecnologici), spesso a favore di malati molto complessi, da quelli terminali ai malati con gravi malattie multiple o disabilita’, con interventi quotidiani. “Oggi le cure a casa possono essere veramente alternative a quelle ottenute in ricovero ospedaliero – afferma il Responsabile del Centro Studi Card Area Cure domiciliari Paolo Da Col -. Far rimanere a casa in sicurezza e comfort oltre il 3% della nostra popolazione anziana svantaggiata e fragile, evitando ricoveri, con successi impensabili fino a pochi anni fa, noti per lo piu’ solamente a chi li ha vissuti di persona, e’ uno degli scopi principali del lavoro nei Distretti”.