Dagli spettacolari costumi di “Black Panther” per cui ha usato anche la stampa 3D, a quelli dei film di Spike Lee come “Fa’ la cosa giusta”; dai costumi di “Selma – La strada per la libertà” a quelli del recente “Il principe cerca figlio”. In mostra al Taubman Museum of Art di Roanoke, Virginia il lavoro della stilista Ruth E. Carter, che nel 2019 è diventata la prima afroamericana a vincere un Oscar per i migliori costumi con le sue particolarissime creazioni realizzate appunto per “Black Panther”. Fino al 3 aprile i visitatori possono fare un viaggio nel tempo e nel cinema più variegato con oltre 60 costumi. L’esposizione si intitola “Afrofuturism in Costume Design” e abbraccia quasi quattro decenni di collaborazioni con grandi registi tra cui Steven Spielberg.
La stilista, da Porto Rico, dove è sul set di “Black Panther 2”, ha spiegato: “Vedo che c’è un’influenza maggiore che posso avere sulle persone per il fatto di aver vinto un Oscar… Quindi se questo è di ispirazione per i giovani che sono come ero io e se ne stanno seduti nella loro stanza, disegnando e cucendo, voglio essere così, voglio essere più di questo per le persone, voglio essere quella luce per loro”. Per lei l’Oscar è stato il coronamento di un sogno. “Penso che questo sia ciò che comunichi anche la mostra, che si può sognare, si può essere un artista e si può alla fine vincere un Oscar. Sul retro della mostra c’è il vestito che ho indossato agli Oscar e in mezzo a tutto questo c’è ‘Fa’ la cosa giusta’ e le scarpe a forma di pesce rosso (nel film ‘I’m Gonna Git You Sucka,’ ndr) e Eddie Murphy e ‘Black Panther’. Wow, che sogno!”.