Un unico slogan: al lavoro per la pace. Stop alla guerra, costruiamo la pace. È stato questo il filo conduttore del primo maggio tornato in Piazza San Giovanni dopo due anni di stop a causa della pandemia. Una piazza strapiena, con un pubblico che fin dal primo pomeriggio ha affollato l’area. Oltre 150mila secondo gli organizzatori. Numerosi gli artisti che si sono alternati sul palco. Tutti uniti nel segno della pace: “Sempre pace, gentilezza e ascoltare gli altri”, dice Marco Mengoni. “In questo momento si incrociano tante tematiche: riusciamo a ripartire, a risuonare. Ci hanno sommerso di tre anni di nulla, adesso stiamo tirando fuori tutto. Sono molto contento”, ribadisce Tommaso Paradiso.
“Le guerre fanno schifo tutte. Si vuole trasmettere l’utopia dell’abolizione dei conflitti armati per il futuro”, aggiunge Luca Barbarossa. “Il fatto che siamo qui è perché siamo impegnati, abbiamo bisogno di questa pace. Abbiamo bisogno che cambino le cose. Siamo in una situazione difficile, siamo venuti per appoggiare con la musica, perché la musica ha la sua forza”, continua Riccardo Cocciante. “Mi sembra così assurdo dover trovarsi a rivivere, dopo la pandemia la guerra. È incredibile pensare agli uomini che nel 2022 portano le loro famiglie al confine. Oggi è impressionante”, dice Francesco Sarcina delle Vibrazioni. “Prima di tutto siamo qui per dire che ci può essere la pace nel mondo, per tutti. Dobbiamo essere uniti per la pace, non distruggere il nostro pianeta Noi vogliamo parlare della guerra, dell’Ucraina, perché il Pianeta non ha bisogno della guerra. Pace per questo mondo. Aiutate l’Ucraina”, dicono i Go_A, la band ucraina che ha suonato sul palco di piazza San Giovanni. “La musica è condivisione, la musica è amore e speriamo che l’amore vinca su tutto il resto”, affermano gli Extraliscio. “Pace, pace”, conclude La Rappresentante di Pace.