Gli uomini più influenti di Hamas si sono riuniti a Doha, in Qatar, per la cerimonia funebre di Ismail Haniyeh, leader politico dell’organizzazione palestinese ucciso in un attentato a Teheran. Tra i presenti potrebbe essere scelto il successore alla guida politica di Hamas: il più accreditato è il 68enne Khaled Meshal, che ha già occupato dal 1996 al 2017 la carica ora lasciata vacante dall’uccisione di Haniyeh. Uomo pragmatico e portato al dialogo, Meshal ha, secondo alcuni esperti della storia dell’organizzazione palestinese, un tallone d’Achille nell’ascesa alla leadership: non ha infatti ottimi rapporti con i più grandi sostenitori regionali della causa palestinese, da Hezbollah all’Iran e la Siria, mentre ha legami consolidati con il Qatar e con la Turchia.
E’ invece un fervente difensore della resistenza armata contro Israele il 64nne Khalil al-Hayya, palestinese nato a Gaza, abile nel ricucire i rapporti con la Siria di Assad, i libanesi di Hezbollah e l’Iran sciita, un leader convinto che il 7 ottobre fosse un’azione necessaria per rimettere in evidenza il dramma palestinese anche a costo di far subire alla popolazione civile la devastante rappresaglia israeliana. Tra i candidati alla leadership c’è anche Musa Muhammad Abu Marzuq, 73 anni, fino al 2014 vicepresidente dell’ufficio politico. Posizioni simili a quelle di Haniyeh, più moderato dell’ala armata di Hamas, Musa ha consigliato al movimento di accettare un futuro stato palestinese basato sui confini del 1967.
In ultimo, il vero leader sul campo di Hamas, Yaya Sinwar, mente del 7 ottobre, il quale però al momento, intrappolato nei tunnel di Gaza e braccato dall’esercito israeliano, ha pochissimi margini di manovra. Dalla scelta del nuovo leader politico tra le diverse anime di Hamas passeranno le chance di negoziati per il cessate il fuoco in Medio Oriente.
Intanto, s’è registrata un’ondata di arresti in Iran in seguito all’assassinio a Teheran del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Secondo il New York Times, che ha citato due fonti iraniane a conoscenza delle indagini, oltre 24 persone sono state fermate, tra cui “molti ufficiali dell’intelligence, ufficiali militari e personale” nel luogo dell’assassinio, una residenza gestita dai Guardiani della Rivoluzione nel nord di Teheran. Il Mossad ha assoldato agenti iraniani per piazzare esplosivi in tre diverse stanze della residenza dove solitamente alloggiava a Teheran il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. E’ quanto riporta il quotidiano britannico Daily Telegraph, precisando che gli ordigni che hanno ucciso il leader palestinese mercoledi’ sono stati fatti detonare a distanza dall’estero.