Da Napoli allo sbarco in Sicilia. La marcia di Salvini verso Sud
Alle Regionali in Campania e Puglia tra le opzioni di voto sulla scheda ci sarà anche un logo che richiamerà direttamente al leader leghista. di Carlantonio Solimene
di Carlantonio Solimene
Non siamo ancora al duetto con Massimo Ranieri sulle note di “’O surdato ’nnammurato”, ma poco ci manca. Sì, perché a guardare le immagini dell’esibizione di ieri di Matteo Salvini al fianco del re del liscio Raoul Casadei nel coro di “Romagna mia”, si può ben immaginare di cosa sarà capace il leader leghista quando le sue liste correranno anche al Sud. La data c’è già. La prossima primavera, quando alle Regionali in Campania e Puglia tra le opzioni di voto sulla scheda ci sarà anche un logo che richiamerà direttamente al leader leghista. Il nome è ancora in dubbio. Si è parlato a lungo di Lega dei Popoli, ma stando ai sondaggi “clandestini” sul tavolo del leader del Carroccio, il “brand” Salvini al Centro e al Sud tira molto di più del marchio “Lega”. E così nella lista potrebbe comparire proprio il nome del segretario. È uno dei motivi per cui il progetto del partito gemello, più volte dato per imminente, non è stato ancora ufficializzato. Salvini non vuole lasciare niente al caso, sta studiando la strategia nei minimi dettagli e secondo numerose rilevazioni – in primis quella di Coesis Research per affaritaliani.it – un suo movimento al Sud racimolerebbe tra il 4 e il 5 % dei consensi. Su scala nazionale, si tratterebbe di un 2-3% che, sommato al dato della Lega “tradizionale”, proietterebbe la galassia del Carroccio quasi al 15%. Il “sorpasso” su Forza Italia, insomma, potrebbe diventare una realtà anche al di fuori di quell’Emilia Romagna nel quale è dato per scontato.
La strategia è semplice: mettere da parte i temi secessionisti per puntare agli argomenti più sensibili a sud del Tevere. In primis la lotta all’immigrazione, vero e proprio leit motiv di tutta la segreteria Salvini. In second’ordine l’economia. Dove i principi cardine sono stati già enunciati: un referendum per abolire la riforma delle pensioni targata Fornero e la Flat Tax. Quest’ultimo punto sarà presentato ufficialmente a Milano a metà dicembre, ma i contenuti sono stati già sommariamente esposti: si tratta di introdurre un’aliquota unica al 15-20%. “Funziona in molti Paesi – ha spiegato Salvini – si combatte l’evasione, le imprese investono e assumono di più e chi paga le tasse ne paga meno”. Infine, la battaglia anti moneta unica, resa esplicita dalla scelta di inserire la scritta “No Euro” al posto di “Padania” nel simbolo alle scorse Europee. Anche la strategia mediatica è tracciata. Salvini sembra avere il dono dell’ubiquità. È ogni giorno in televisione – anche se qualcuno maligna sulla poca copertura delle reti berlusconiane – ma non per questo disdegna il territorio. La partecipazione massiccia alla campagna elettorale in Emilia Romagna non gli ha impedito di continuare un tour al Sud che solo mercoledì scorso ha toccato anche Salerno. In più, è sicuramente uno dei politici più capaci di sfruttare il mezzo dei social network. Salvini usa Twitter e Facebook in continuazione. I suoi “fan” sono quelli cresciuti di più nelle ultime settimane e, con mezzo milione di seguaci, ormai tallona da vicino Berlusconi, con la prospettiva di raggiungere prima o poi anche Grillo e Renzi.
Se le sue attenzioni sono attualmente dirette più al Sud che al Nord, i suoi “soldati” si danno da fare a Roma. È il caso di Borghezio, che dalla candidatura alle Europee nella circoscrizione Centro Italia ha stretto un sodalizio di ferro con CasaPound cementatosi ulteriormente nelle ultime settimane, con i fatti di Tor Sapienza. E secondo indiscrezioni raccolte dall’ AdnKronos , il progetto di una “Lega di Roma” con alla guida lo stesso Borghezio e Di Stefano di CasaPound sarebbe ormai più che un’ipotesi.
Naturalmente un simile attivismo non piace a tanti. Persino all’interno della Lega. Il “moderato” Flavio Tosi ha più volte denunciato il tradimento del patto a tre siglato a suo tempo con Maroni e Salvini che prevedeva per Matteo la segreteria e per il sindaco di Verona la candidatura alle primarie del centrodestra. Proprio Tosi interverrà oggi a Roma, al Foro753, centro sociale di destra. Ufficialmente parlerà da sindaco di Verona, ma è evidente che l’incontro guarda oltre. E in particolare alla corsa per il Campidoglio. Il centrodestra sembrava aver già deciso di affidare le sue speranze ad Alfio Marchini, ma l’iniziativa della Lega rischia di scombinare i piani di azzurri e alfaniani. Così come in Campania, dove Forza Italia ed Ncd stavano discutendo della ricandidatura a governatore di Stefano Caldoro. Con una “lista Salvini” ipoteticamente al 4-5%, tutto tornerebbe in ballo.