Si è conclusa a Pozzallo, in provincia di Ragusa, la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil in occasione del Primo maggio. Nel paese siciliano, frontiera d’Europa che soltanto nel 2014 ha accolto oltre 25mila migranti, si sono ritrovati circa 30mila persone che hanno affollato piazza delle Rimembranze, dove è stato allestito il grande palco, e poi il corso fino al lungomare. Il titolo della manifestazione di quest’anno è stato “La solidarietà fa la differenza”, proprio per rimarcare il carattere di un Primo maggio votato alla tutela e al rispetto sia dei lavoratori, ma anche di quelle migliaia di persone che approdano nel Continente dal nord Africa alla ricerca di libertà e di futuro. A prendere la parola, dopo i discorsi introduttivi del sindaco Luigi Ammatuna, e di alcuni rappresentanti del mondo produttivo locale, sono stati i tre leader di Cgil, Cisl e Uil i cui discorsi hanno oscillato tra il dovere dell’accoglienza, e la necessità di una modifica immediata delle politiche economiche e del lavoro, per invertire una tendenza drammatica che vede nel 13% il nuovo record di disoccupazione. “Abbiamo scelto Pozzallo per ringraziare i cittadini e le cittadine di questo paese e di tutta la Sicilia, che stanno dando un esempio straordinario di accoglienza, di solidarietà, di fratellanza, che deve essere seguito da tutta l’Europa – ha detto la segretaria di Cisl Anna Maria Furlan -. Dall’altra sponda del Mediterraneo muoiono ogni giorno milioni di uomini, donne, bambini per fame, guerra, terrorismo dell’Isis, noi come Europa dobbiamo essere pronti ad accoglierli, a dare loro rifugio e un futuro. Quindi una politica internazionale per la pace, ma anche accoglienza per i profughi”.
Quindi la leader di Cisl ha osservato la necessità di superare il Fiscal compact: “Serve una politica economica diversa – ha spiegato -. Non possiamo più stare nelle regole del Fiscal compact. Quelle regole sono state rottamate dalla recessione. Vanno assolutamente cambiate”. “Bisogna che si faccia una grande riforma fiscale che faccia pesare meno il fisco sulle buste paga dei lavoratori, sulle pensioni, per far ripartire i consumi. Come Cisl stiamo raccogliendo le firme per una legge popolare che cambi il fisco a favore del lavoro”. Furlan ha anche puntato il dito contro la legge Fornero, definita “la peggiore legge pensionistica d’Europa”, e l’importanza di sfruttare “la politica espansiva della Bce di Mario Draghi”. Dal palco di Pozzallo, poi, si è sollevata anche la voce del segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo: “L’immigrazione è un affare per il lavoro nero e il caporalato – ha detto -. L’immigrazione è un affare per la corruzione e la gestione dell’accoglienza”. Per il leader di Uil, “Sessanta miliardi di corruzione e 130 di evasione fiscale in un Paese dove no si capisce chi è povero e chi è ricco, sono una vergogna. Le aziende in cui si annida la criminalità organizzata ci costa il 2,5% in più di quelle dove non c’è criminalità organizzata”. Infine, a salire sul palco è stata la segretaria generale di Cgil, Susanna Camusso, che in apertura del suo intervento ha fatto riferimento all’Expo che si inaugura oggi a Milano.
“Vorremmo che i tanti popoli che vanno all’Expo, a cui guardiamo – ha detto -, non neghino però lo sguardo a chi cerca asilo e libertà, perché ai tanti che potranno comprare il biglietto non possiamo dire che ci sono due mondi che non si guardano. Quell’Expo sarà comunque in un Paese bagnato dalle acque del Mediterraneo – ha aggiunto -. Vogliamo ricordare a tutti noi, ai cittadini di Italia, che siamo gli stessi che sono andati per il mondo, chiedendo asilo, rispetto, riconoscimento”. Quindi anche Camusso ha parlato del dovere di accoglienza nei confronti di chi cerca di raggiungere l’Europa dal nord Africa, e di quanti vivono in condizioni di persecuzione dall’altro lato del Mediterraneo: “Rivolgo un pensiero anche ai cristiani assassinati nelle terre al di là del mare. Alle donne di Cobane che resistono a stupri e omicidi, ai tanti che vengono uccisi solo per il loro Credo e le loro idee”. Sull’ipotesi di bombardare i barconi o blocchi navali per arginare il fenomeno migratorio, Camusso ha detto: “Vorremmo dire a tutti quelli che si propongono di usare le armi, parlano di blocchi navali, e sparare sui barconi, che noi siamo il Paese che ripudia la guerra. perché non sarà questo che porrà fine ai problemi”. Parlando di occupazione, la leader di Cgil ha detto: “Non c’è la guerra dei numeri, c’è solo la propaganda di chi dice che basta un decreto per creare occupazione, e poi il 13% è il nuovo record del nostro Paese”.
“Come si fa a continuate a dire che ci sono le risposte quando no ci sono più gli ammortizzatori, la cassa in deroga sparisce, quando gli ammortizzatori universali riducono le coperture rispetto a quello che c’era prima”. Anche per Camusso, “bisogna metter mano alla legge Fornero, perché è piena di ingiustizie ed è una delle ragioni della crescita della disoccupazione”. “Era una norma ingiusta – ha aggiunto -, e la Corte costituzionale lo ha confermato. Se si vuole fare un provvedimento vero rispetto alle pensioni d’oro non si può colpire le pensioni di 40 anni di lavoro”. Conclusi gli interventi, i tre segretari hanno raggiunto il lungomare del paese, per lanciare una corona di fiori in mare, come omaggio alle migliaia di immigrati morti nel Mediterraneo durante le traversate dal nord Africa, mentre poco distante, alcuni gruppi hanno organizzato un momento di preghiera interreligioso.