“La sinistra e tutti quei piccoli guardiani su Twitter diventano isterici se usiamo il termine ‘sostituzione’…. se suggeriamo che il Partito Democratico cerca di rimpiazzare l’elettorato attuale con nuova gente dal terzo mondo”. Così Tucker Carlson, il popolare conduttore di Fox News, la rete conservatrice di Rupert Murdoch, in un recente programma. Carlson e i politici conservatori hanno ripetuto fino alla nausea che i democratici favoriscono l’immigrazione per ottenere e mantenere il potere. Sanno benissimo però che gli immigrati senza documenti non possono votare. Anche gli immigrati regolari non possono votare fin quando non diventeranno cittadini, almeno dopo cinque anni di residenza. Poco importa. L’idea della “sostituzione” però è venuta a galla in maniera molto forte subito dopo la sparatoria di Buffalo New York nella quale 10 persone hanno perso la vita. L’individuo arrestato avrebbe commesso la strage perché crede, come ci conferma un suo “manifesto” postato nei social, al concetto cospirativo della sostituzione dei bianchi da parte di gruppi minoritari. Per contrastare questo trend il diciottenne si è recato in un supermercato frequentato principalmente da afro-americani ed ha cercato di farsi giustizia per il “danno” che lui crede gli viene fatto da individui che semplicemente hanno la pelle più scura della sua.
Dopo la strage di Buffalo, Carlson si è rifugiato nella tipica spiegazione che l’individuo responsabile era semplicemente un malato di mente. Tutto qui. In realtà le informazioni che ci sono pervenute additano le ragioni altrove. Si tratta di una storia che abbiamo visto prima e continua a ripetersi: giovani bianchi con idee razziste che credono alla grande sostituzione fomentata da politici di destra, social, e media conservatori come la Fox News che si armano facilmente e poi colpiscono gente innocente. Lo abbiamo visto in parecchie altre situazioni molto simili. Nel 2017 un suprematista bianco uccise 9 afro-americani nella chiesa Emanuel African Methodist Church, a Charleston, South Carolina, durante una lezione di studi biblici. Nel 2018 un altro bianco ha ucciso 11 individui in una sinagoga di Pittsburgh perché secondo lui gli ebrei erano responsabili di permettere l’ingresso a “invasori” negli Stati Uniti. Nel 2019 un altro bianco ha ucciso 23 persone in un centro commerciale di El Paso, spiegandolo come tentativo di fermare “un’invasione ispanica del Texas”.
Il più recente è quello di Buffalo. Tutti questi reati hanno in comune l’odio per i non bianchi visti come pericoli per la cosiddetta idea complottista di “ Grande sostituzione”, ossia di gente diversa che invade e rimpiazza la cultura e il potere dei bianchi. Il concetto di “Grande sostituzione” si rifà al libro “Le Grand Remplacement” del 1911 di Renaud Camus. Lo scrittore francese infuoca ciò che lui vede come una cospirazione del genocidio dei bianchi da parte di una élite che rimpiazzerebbe gli europei con cambiamenti demografici e l’immigrazione di massa, in particolare da paesi musulmani. Questa “invasione” di immigrati culminerebbe con sopraffare i bianchi e la loro cultura. Camus aveva condannato la violenza dei nazionalisti ma le sue idee sono divenute parte integrale del movimento suprematista. Le stragi americane legate a questa ideologia si possono anche spiegare con il facile accesso alle armi da fuoco. Spesso i fucili di assalto semiautomatici, molto simili a quelli di uso militare che possono sparare dozzine di pallottole in pochissimi minuti, sono lo strumento usato per mietere vite umane. Gli Stati liberal hanno approvato leggi che rendono difficile l’acquisto di questo tipo di armi ma in quelli dominati da legislature repubblicane si possono ottenere facilmente.
Trasportarle in altri Stati è altrettanto facile. Ci vorrebbero leggi federali ma i repubblicani, specialmente al Senato, non ne vogliono sapere. Tutti i 50 senatori del Gop (Grand Old Party) sono contrari anche se persino solo 41 di loro potrebbe bloccare nuove leggi a causa della regola del filibuster, che richiede una maggioranza ad oltranza per approvare nuove leggi. Quando Carlson spiega queste stragi come semplice irresponsabilità di alcuni individui, si sbaglia poiché il filo conduttore motivante si riallaccia alla politica incendiaria dei repubblicani, amplificata dai media conservatori e ovviamente dai social media. Donald Trump, va ricordato, iniziò la sua campagna politica asserendo che gli immigrati del Messico sono “stupratori” che bisognava fermare mediante la costruzione del suo famigerato muro al confine sud degli Usa. L’ex presidente nel 2016 aveva già asserito che gli invasori dal Messico diverrebbero cittadini e metterebbero fine alle “vittorie repubblicane”. Questa retorica anti immigranti e la loro influenza sulle elezioni continua tuttora. Elise Stefanik, parlamentare di New York, che attualmente copre la carica numero 3 del Partito Repubblicano alla Camera, ha recentemente confermato le idee di Trump. In un post su Facebook del mese di settembre 2021 ha detto che i democratici concederanno “la grazia” agli immigrati senza documenti legali capovolgendo in questo modo “l’attuale elettorato” creando una maggioranza liberal permanente.
Anche J. D. Vance, noto per il suo libro “Hillbilly Elegy” (Elegia americana), ha fatto eco a Stefanik. Vance, vincitore alle primarie repubblicane in Ohio per il Senato nell’elezione di novembre grazie in buona misura all’endorsment di Trump, ha parlato di un cambiamento demografico che impedirebbe ai “repubblicani di vincere elezioni”. Un sondaggio della Associated Press ci conferma questo “pericolo” degli immigrati nelle elezioni. Uno su tre americani crede che l’immigrazione è usata come forma di manipolazione e sostituzione elettorale. La parlamentare repubblicana del Wyoming Liz Cheney, figlia di Dick Cheney, già vice presidente di George Bush figlio (2001-2009), è una rarissima voce di dissenso nel Gop. La Cheney, “scomunicata” dal suo partito per avere votato contro Trump nel suo impeachment, ha ammesso che la leadership repubblicana ha potenziato il “nazionalismo e la supremazia bianca e l’antisemitismo”. Secondo lei, i repubblicani dovrebbero denunciare queste idee e coloro che le sostengono. La Cheney, però, si trova ai margini del suo partito. La teoria della sostituzione, legata alla supremazia bianca, e soprattutto la loro paura, domina il Gop ed è usata per galvanizzare la base, spingendola a “combattere” e salvare il Paese, come spesso annuncia Trump, il leader incontestato del partito. Il relativo silenzio della leadership del Partito Repubblicano agli eventi di Buffalo e altrove ci spinge a concludere che il complotto della teoria di “grande sostituzione” si è impossessato del centro del Gop. Persino massacri di gente innocente sono accettabili purché spianino la strada alle vittorie politiche. *Professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications