Dai talk-show a “coalizione sociale”, la sinistra riparte da Landini

La Fiom apre ufficialmente il cantiere. Il tentativo è di accorpare movimenti, reti e mondo dell’associazionismo per una “giustizia sociale”

landini

di Giuseppe Balistreri

“Maurizio Landini ha deciso. Lascia il sindacato e punta dritto verso la politica”, afferma l’ex segretario di Uil Luigi Angeletti. Lui smentisce: “Chi pensa che questa riunione sia preparatoria di un partito sbaglia, se ne vada a casa”. La sua idea è costruire un’alternativa alle politiche del governo di Matteo Renzi. Un progetto, un laboratorio politico che riunirà Ong, come Emergency, Arci, Libera e Articolo 21. Presenti anche categorie professionali come avvocati, farmacisti, dottorandi di ricerca. Partecipano, inoltre, la senatrice ex M5s Maria Mussini e Maurizio Romani. “Siamo pronti a sostenere chiunque abbia a cuore gli interessi di tutti”. “Temi come lavoro e scuola”, ha aggiunto Mussini, “non sono di proprietà di nessuno, sono di tutti”. Sulla stessa lunghezza d’onda un altro ex grillino, Romani: “Il motivo principale della convocazione”, ha spiegato, “è che parte dei lavoratori si è separata, c’è un grande individualismo e questo è un tentativo di ricompattare il mondo del lavoro. “Non è, ha concluso Romani, una questione politica”. Entrando alla riunione uno dei partecipanti, Paolo Perrino, dell’associazione Spin Time Action dà un’idea dei punti di discussione che saranno affrontati: “Il futuro non può essere né cemento né fabbrica, ci vuole un’alternativa al governo, Renzi si è perso per strada la capacità di rappresentare gli interessi popolari”.

IL CANTIERE La Fiom di Landini apre ufficialmente il cantiere. Il tentativo è di accorpare movimenti, reti e mondo dell’associazionismo per quella “domanda di giustizia sociale ora inascolta e senza rappresentanza”. Lo fa oggi, al termine di mesi di incontri e dibattiti, accompagnati da critiche e polemiche, nel corso di un’assemblea convocata a Roma, che vuole essere insieme un momento di riflessione e un atto fondativo, “per dibattere in modo libero e aperto”, come si legge nell’invito girato dallo stesso leader Fiom. Un’assemblea che prepara anche la manifestazione del 28 marzo a Roma contro il Jobs Act e la partecipazione del sindacato a quella organizzata da Libera a Bologna, il 21 marzo, contro le mafie. Una coalizione sociale che nasce, spiega ancora Landini, da una certezza, “che la politica non è proprietà privata” e da due assunti, “la fine del lavoro” e quello secondo cui “la società non esiste, esistono solo gli individui e il potere che li governa” con cui è stato creato “lo spettro di un futuro già presente con cui siamo chiamati a fare i conti in tutta Europa” e che sta scatenando “una guerra tra poveri”. Per questo, scrive ancora Landini, “serve superare le divisioni, il frazionamento, le solitudini collettive e individuali e coalizzarsi insieme”. È questo, “lo spirito innovativo” su cui si fonderà la nuova coalizione sociale, “indipendente e autonoma”, puntualizza ancora, per la quale, sabato, potrà già essere possibile “individuare punti di programma condivisi” per una “visione nuova del lavoro, della cittadinanza, del welfare e della società”.