Dal Bacio al Risorgimento, alle Gallerie d’Italia c’è Hayez (video)

Ha dipinto alcune delle immagini più celebri della storia della pittura italiana e ha saputo incarnare in profondità lo spirito nazionale del Romanticismo. Le Gallerie d’Italia a Milano celebrano con una importante mostra in collaborazione con la Pinacoteca e l’Accademia di Brera, la figura di Francesco Hayez, da tutti ricordato come autore del celeberrimo dipinto “Il bacio”, e nello spazio museale di Intesa Sanpaolo in piazza Scala sono ora esposte le tre versioni note dell’opera. Che ha colpito molto anche il presidente del Consiglio di sorveglianza della banca, professor Giovanni Bazoli. “E’ uno dei dipinti più famosi e più diffusi dell’arte italiana di tutti i tempi, Il bacio di Hayez – ha detto Bazoli dal palco – anche perché è un quadro, a cominciare da quello più famoso, veramente di incomparabile bellezza”. Una bellezza che, nelle sale dello storico palazzo della Comit, si declina in modi sensuali, come nel caso della “Bagnante” del 1859, che nulla ha da invidiare a Ingres, ma anche politici, nella temperie del Risorgimento con “La Meditazione” del 1851, allegoria di un’Italia che piange la sconfitta delle Cinque giornate di Milano. Il curatore Fernando Mazzocca: “Grazie a personaggi come Verdi, come Manzoni, come Hayez, che stavano a Milano ed erano attivi a Milano – ha spiegato il professore – la nostra città è diventata veramente la capitale morale d’Italia”.Un ruolo di guida che Milano oggi ha ripreso durante Expo e che anche attraverso la cultura ribadisce la propria volontà di eccellenza. Michele Coppola, direttore dei Beni culturali di Intesa Sanpaolo. “Io credo – ci ha detto – che la mostra dedicata a Francesco Hayez, dopo quella straordinaria occasione del 1983, sia un po’ il sigillo di un lavoro e di un ruolo che le Gallerie d’Italia come luogo di cultura, come produttore di cultura, di fatto ambiscono ad avere e credo che il risultato sia evidente e sotto gli occhi di tutti”. La mostra alle Gallerie d’Italia resterà aperta al pubblico fino al 21 febbraio del 2016.

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