Dalla Siria alla Grecia in sedia a rotelle, passando dalle montagne più impervie in groppa a un cavallo e poi sui gommoni della speranza. Ha dell’incredibile la storia di Alan Mohamed e di sua sorella Gyan. Entrambi in carrozzella a causa di una distrofia muscolare che li affligge dalla nascita, i due fratelli hanno compiuto una vera e propria impresa pur di sfuggire alla guerra. “Per le persone normali è molto difficile, ma per disabili motori come noi è un vero miracolo”, racconta Alan, che ora si trova nel campo profughi di Ritsona in Grecia. Il viaggio è cominciato da Al-Hasakah, nel nord est della Siria, minacciato dall’Isis. “Quando sono iniziati i bombardamenti con la mia famiglia abbiamo tentato di raggiungere la frontiera turca – ricorda – Abbiamo tentato tre volte e tre volte ci hanno sparato contro”.
Alan, Gyan e parte della famiglia sono passati allora dall’Iraq. E da lì sono saliti sulle montagne per raggiungere la Turchia. “Quando siamo arrivati in cima abbiamo preso due cavalli”, racconta Alan. Sono stati caricati in sacchi legati alla schiena dei cavalli e così hanno attraversato il confine insieme alla madre, un fratello e una sorella che hanno trascinato le carrozzine. Poi un viaggio in un gommone stracarico di migranti fino all’isola greca di Chios. E qui la sorpresa: “Su Internet si diceva che le frontiere erano aperte per donne incinte, anziani e per le persone disabili – spiega – ma quando siamo arrivati abbiamo capito che saremmo rimasti bloccati qui, in Grecia”. Il viaggio di Alan e di sua sorella si è fermato nel campo profughi di Ritsona, non lontano da Atene, dove il ragazzo insegna l’inglese ai bambini che vivono nel campo. E che sperano un giorno di attraversare la frontiera.