E’ mezzanotte a Bodrum, sulla costa meridionale della Turchia, quando l’ennesimo gommone con a bordo decine di migranti parte alla volta dell’Isola di Kos, a poco meno di 10 chilometri di distanza, porta d’ingresso all’Unione europea. Uomini, donne, bambini, affrontano il viaggio della speranza sulle carrette del mare. Indossano giubbotti salvagente, poi lasciano piano piano le coste turche. Dopo pochi minuti, un altro gommone strapieno segue il primo e poi di nuovo un terzo. Dall’inizio dell’anno migliaia di rifugiati hanno compiuto questa breve ma difficile traversata, per fuggire dalla guerra in Siria o dalla situazione di instabilità in Afghanistan. Conosciuta per la sua movida e la presenza di numerosi turisti durante il periodo estivo, Bodrum – soprannominata la “Saint-Tropez” turca, da qualche mese si è trasformata in seguito all’arrivo di migliaia e migliaia di migranti. In sette mesi, oltre 124mila rifugiati hanno raggiunto l’Isola di Kos, una cifra più alta del 750% rispetto all’anno precedente. (Immagini: Afp)