Danni a pioggia provocati da Brexit, dall’Eurostar ai pescatori

Danni a pioggia provocati da Brexit, dall’Eurostar ai pescatori
18 gennaio 2021

Ma ora con la Brexit (e il Covid) tutto è cambiato. E così, l’iconico vagone che trasportava sotto il tunnel i passeggeri dal Vecchio continente all’Isola, ora è una compagnia da salvare. Da Londra i vertici della compagnia chiedono aiuto al governo britannico. Ma Eurostar, che ha perso l’85% dei suoi passeggeri nel 2020, ha altri due difetti: è un’azienda francese in Inghilterra, quindi non è aiutata dagli inglesi, e non è aiutata dai francesi perché è in Inghilterra. Gli imprenditori britannici hanno chiesto al governo di Londra di salvare Eurostar, la società che gestisce i collegamenti ferroviari veloci sotto la Manica, dopo che l’azienda ha ammesso di essere vicina al default a seguito della chiusura delle frontiere per contenere le nuove varianti di Covid-19. Simbolo fino a poco tempo fa della semplicità e dell`accessibilità dei viaggi ferroviari ad alta velocità in Europa, i treni Eurostar sono rimasti fermi a causa della crisi del coronavirus, e le stazioni con i binari e le sale dedicate a Parigi, Londra e Bruxelles sono ora vuote e silenziose. Il gruppo attualmente gestisce solo un collegamento al giorno tra Parigi e Londra; prima del Covid-19, nelle ore di punta c`erano due treni ogni 60 minuti.

La lobby London First ha affermato che Eurostar ha bisogno di “un’azione rapida per salvaguardare il proprio futuro”, in una lettera inviata al Cancelliere Rishi Sunak. La missiva, firmata da 25 imprenditori e accademici, avverte il Ministero del Tesoro e dei Trasporti di non lasciare che l’azienda “cada nelle pieghe degli aiuti”. La scorsa settimana, Eurostar ha riferito che i collegamenti e i servizi sono diminuiti dell’85 per cento rispetto all’anno precedente. La società è di proprietà al 55% dell’azienda ferroviaria di stato francese, Sncf, e al 45% di società private al cui il Tesoro britannico ha ceduto la sua quota nel 2015. “L’azienda è in condizione critica, direi anche molto critica”, ha affermato Christophe Fanichet, a capo di Sncf Voyageurs, settore passeggeri della rete. Le restrizioni di viaggio continuano a essere inasprite dalla Francia, che ora chiede a chi arriva dal Regno Unito di osservare una quarantena di sette giorni e di eseguire un test per il Covid, mentre la Gran Bretagna ha a sua volta introdotto nuove misure di quarantena.

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E se per l’Eurostar anche il coronavirus, non soltanto la Brexit, ha inferto un colpo quasi mortale, per altre categorie di business l’uscita britannica dall’Unione europea è indubbiamente molto pericolosa. A partire dai pescatori britannici che erano tra i più forti sostenitori della Brexit. Ora iniziano a capire che l’uscita significa nuovi costi e burocrazia: un grosso problema, poiché la Gran Bretagna esporta la maggior parte del pesce pescato dalle sue barche. Mentre si moltiplicano le proteste davanti al Parlamento.

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