“Le parole coraggiose di Asia stanno scoperchiando finalmente il vaso di Pandora su un sistema marcio. Eppure ora se la prendono tutti con lei, come se fosse lei ad aver sbagliato. La denigrano per non aver rivelato prima. Lo trovo davvero surreale e così maledettamente ingiusto”. Sono queste le parole di Dario Argento, padre di Asia, che pochi giorni fa aveva denunciato le violenze subite nel 1997 dal super produttore di Hollywood Harvey Weinstein. Il regista ha parlato in un’intervista a un quotidiano, dove dice di non volersi esporre per rispetto della figlia: “Voglio difendere mia figlia in tutti i modi e devo rispettare i suoi desideri in questo momento: lei ha intenzione di combattere da sola. E ce la farà”. Poi però svela di non sentirla da un po’: “Lei vuole combattere questa battaglia da sola. Mi ha chiesto di rimanerne fuori. È molto determinata. E io la rispetto”. “Queste persone non si vergognano davanti a niente – continua Dario Argento – Non si vergognano davanti a un cognome e nemmeno davanti a una ragazzina che sta davanti a loro non per offrirsi, ma per inseguire il suo sogno nel cinema. Si tratta di persone che vivono il sesso in maniera malsana”, dice Argento. “Penso che non tutto il mondo del cinema è così. Non è vero che così fan tutti: così fanno solo gli sporcaccioni. Questi comportamenti sono indifendibili e imbarazzanti”. “Anche Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow e tante altri grandi attrici di Hollywood stanno parlando solamente adesso. Invece di elogiarne il coraggio, come avviene all’estero, qui in Italia sono tutti contro Asia. Per me queste accuse sono incomprensibili e più ci penso più non so come sia possibile arrivare a questo punto. È un’altra violenza che si aggiunge a violenza” conclude il regista. Intanto, Asia Argento, dopo la confessione sulle molestie subite da Harvey Weinstein, ha confessato di un altro caso di violenza sessuale da parte di un regista italiano. L’attrice svela la notizia con un messaggio su Twitter: “#quellavoltache un regista/attore italiano tirò fuori il suo pene quando avevo 16 anni nella sua roulotte mentre parlavamo del “personaggio”. Poi in un post successivo rincara la dose: “Questo è il momento di parlare non di minimizzare”, e rincara la dose menzionando un terzo abuso subito a 26 anni: “un grosso regista statunitense (con il complesso di Napoleone) mi dette la droga dello stupro e mi violentò mentre ero incosciente”.