I dati del traffico telefonico e telematico e i dati relativi alle chiamate senza risposta saranno conservati per 6 anni. Lo stabilisce una norma contenuta nella legge europea 2017, approvata in via definitiva oggi pomeriggio dall’aula della Camera. L’articolo 24 del testo, infatti, fissa in settantadue mesi il termine di conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico, la cosiddetta data retention, nonché dei dati relativi alle chiamate senza risposta, “al fine di garantire strumenti di indagine efficaci a fronte delle straordinarie esigenze di contrasto al fenomeno del terrorismo, anche internazionale”. La disposizione, inserita nella legge europea a luglio a Montecitorio con un emendamento del deputato Pd Walter Verini e confermata al Senato, attua l’articolo 20 della direttiva Ue 2017/541. La data retention in Italia era fissata dal codice della privacy in due anni per il traffico telefonico, un anno per quello telematico, 30 giorni per le chiamate senza risposta. Era stata poi allungata con il decreto legge antiterrorismo del 2015 che imponeva fino al 30 giugno 2017 l’obbligo di conservazione dei dati relativi al traffico telefonico o telematico, esclusi comunque i contenuti di comunicazione, detenuti dagli operatori dei servizi di telecomunicazione, di quelli relativi al traffico, nonché dei dati relativi alle chiamate senza risposta, trattati temporaneamente da parte dei fornitori di servizi di comunicazione elettronica accessibile al pubblico oppure di una rete pubblica di comunicazione, telefonico o telematico. Il 30 giugno dunque la proroga che consentiva di conservare i dati è scaduta, il governo non è intervenuto, ci ha pensato il Parlamento. La norma, duramente criticata dal garante della Privacy, Antonello Soro, a luglio e da Hermes – Centro per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali che hanno parlato di “conservazione indiscriminata”, è passata nel silenzio dell’aula della Camera con 247 voti a favore, contrari 72 e 44 astensioni.