Dazi, riprendono negoziati Cina-Usa ma è già scontro. Trump: “Pechino si sta comportando molto male”

Dazi, riprendono negoziati Cina-Usa ma è già scontro. Trump: “Pechino si sta comportando molto male”
30 luglio 2019

Gli Stati Uniti e la Cina riprendono oggi a Shanghai i negoziati per porre fine alla guerra commerciale tra i due Paesi. I colloqui rappresentano il primo tentativo i riconciliazione dopo il brutale fallimento dei negoziati di maggio, quando Donald Trump ha accusato Pechino di avere violato i suoi impegni. Ma già i primi segnali che arrivano non fanno ben sperare. Eloquente un tweet del presidente Usa, che, in sostanza, avverte i cinesi affinché negozino ora o gli conviene sperare che il presidente Usa Donald Trump non venga rieletto. “La Cina si sta comportando molto male, l’anno peggiore degli ultimi 27 – scrive il capo della Casa Bianca – avrebbe dovuto iniziare a comprare il nostro prodotto agricolo ora, nessun segno che lo stiano facendo. Questo e’ il problema con la Cina, non arrivano”.

Trump sottolinea: “La nostra economia e’ diventata MOLTO piu’ grande di quella cinese negli ultimi 3 anni. Il mio team sta negoziando con loro adesso, ma alla fine cambiano sempre l’accordo a loro vantaggio. Probabilmente dovrebbero aspettare la nostra elezione per vedere se abbiamo uno degli anchilosati democratici come Sleepy Joe. Quindi potrebbero fare un ottimo affare, come negli ultimi 30 anni, e continuare a fregare gli Stati Uniti, ancora piu’ grandi e migliori che mai”. Ma, avverte il presidente Usa, “il problema per loro che aspettano, tuttavia, e’ che se e quando vincero’, l’accordo che ottengono sara’ molto piu’ duro di quello che stiamo negoziando ora … o nessun accordo. Abbiamo tutte le carte, i nostri precedenti leader non l’hanno mai ottenuto!”.

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La delegazione statunitense è guidata dal rappresentante per il Commercio Robert Lighthizer e dal segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Cina e Stati Uniti sono impegnati dallo scorso anno in una resa dei conti commerciale che ha portato all’imposizione reciproca di tariffe punitive su oltre 360 miliardi di dollari di scambi annuali. La controversia tra i due Paesin si è allargata al campo tecnologico con l’inserimento a maggio del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei su una lista nera dell’amministrazione statunitense per motivi di sicurezza. Questo nuovo ciclo di negoziati – ricorda l’Afp – si sta svolgendo in un contesto complicato per Pechino, chiamata a contrastare da diverse settimane alcune importanti manifestazioni – anche violente – a Hong Kong e a far fronte a una forte ostilità da parte di Washington, di cui la Cina ha denunciato “l’arroganza e l’egoismo”. Da parte sua il presidente Usa Donald Trump ha lasciato intendere la scorsa settimana che la Cina potrebbe deliberatamente trascinare i colloqui fino alle prossime elezioni presidenziali statunitensi nel 2020, sperando di trovare un leader più conciliante da affrontare.

L’agenzia ufficiale cinese Xinhua ha ammesso questa mattina in un articolo di commento che le relazioni tra Pechino e Washington restano “tese” ed ha invitato gli Stati Uniti a “trattare la Cina con tutto il dovuto rispetto” se vogliono raggiungere un accordo. Nonostante questo clima complicato, la ripresa dei negoziati segna un passo positivo dopo la tregua concordata a fine giugno tra il presidente Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping al vertice del G20 in Giappone. “Questa serie di colloqui mira a chiarire la posizione di entrambe le parti dopo un momento di pausa”, ha affermato Jake Parker della Camera di commercio americana. Pechino e Washington “ripristineranno anche la fiducia che esisteva ad aprile ma che da allora si è dissipata”, ha aggiunto il funzionario, citato dalla France Presse. L’influente quotidiano inglese China Daily intanto oggi ha esortato gli Stati Uniti a “rinunciare alla tattica della massima pressione”, ritenendola “inefficace contro la Cina”, mentre Stephen Innes, analista di Vanguard Markets, ha espresso un moderato, prudente ottimismo. È probabile che ci saranno “modeste concessioni ma premendo il piede sul freno”, ha affermato Innes. Alla fine, dopo diversi mesi di crescenti tensioni, “un accordo su qualcosa, qualunque essa sia, sarà un fatto positivo”.

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