Il ddl anticorruzione, lanciato con l’hastag #Spazzacorrotti dai Cinquestelle, approda oggi in Consiglio dei ministri e il vicepremier Luigi Di Maio vuole “portarlo a casa entro il prossimo mese e mezzo”, prima della sessione di bilancio. “Se contrastiamo la corruzione, abbiamo piu’ risorse, piu’ merito ed un Paese che ha piu’ fiducia per cominciare a spendere”, ha aggiunto il ministro del lavoro parlando del provvedimento messo in campo dal collega Guardasigilli Alfonso Bonafede.[irp]
Tra le misure di contrasto a mazzette, tangenti e ‘favori’, ci sono alcune novita’ come l’utilizzo di agenti sotto copertura, la procedibilita’ d’ufficio per appropriazione indebita aggravata, e pene piu’ alte per i colletti bianchi che lucrano sugli appalti, oltre all’arma del Daspo a vita per i corrotti. Proprio su questa ultima misura, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha pero’ invitato alla cautela. “Stiamo leggendo e rileggendo il testo: la lotta senza quartiere alla corruzione e’ una priorita’, come quella alle mafie, e contro le mafie nel pacchetto sicurezza a cui sto lavorando ci sara’ una stretta. Ma bisogna stare attenti a garantire che fino al terzo grado di giudizio si e’ innocenti, processi sommari non sono da paese civile. Ma chi corrompe deve pagare”, ha detto.[irp]
Sul Daspo perenne si e’ fatto sentire anche il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho che appoggia in pieno il giro di vite. “Il fatto che sia l’interdizione e sia l’incapacita’ di contrattare nella pubblica amministrazione siano previste in modo perpetuo, – ha detto il ‘superprocuratore’ – significa che si vuole impedire che chi e’ stato corrotto, ed e’ stato condannato, a distanza di anni rientri in quello stesso cerchio magico che aveva determinato il suo arricchimento”. De Raho ricorda che “abbiamo avuto esempio d’imprenditori condannati per corruzione che a distanza di 15 anni sono tornati sul mercato e hanno ripreso ad operare con le stesse modalita’ che avevano determinato una condanna”, e per questo serve una “sanzione talmente forte che scoraggia”.[irp]
Pollice verso sul ddl ‘spazzacorrotti’ viene invece da Libera, l’associazione antimafia di don Ciotti, che ritiene che la riforma cara ai pentastellati “nasce gia’ monca” perche’ “non sana le ferite di una giustizia scientemente ridotta all’impotenza quando si attiva contro criminali dal colletto bianco e, soprattutto, non incide sul nodo cruciale della prescrizione, rinviata ad altra futura legge”. “Lo spauracchio del Daspo rischia di diventare un’arma spuntata – avverte l’associazione – se i tempi ristretti di prescrizione continueranno a lasciar presagire una fine precoce di qualsiasi inchiesta complessa (come il processo per il disastro ferroviario di Viareggio), nel ventre molle di un apparato giudiziario tanto spopolato di personale quanto affollato di procedure farraginose”.