di Enzo Marino
Dopo che l’aula ha impegnato l’intera seduta del pomeriggio al dibattito generale, la presidenza ha rinviato ad altra seduta il proseguimento del confronto, annunciando che Area Popolare ha presentato le pregiudiziali di costituzionalità sulla legge per la legalizzazione dell’uso e della vendita della cannabis, Pregiudiziali, che saranno poste in votazione, ha precisato la presidente di turno Marina Sereni, e solo in seguito verranno esaminati e votati gli emendamenti e gli articoli del testo. I firmatari della proposta appartengono tanto alla maggioranza quanto all’opposizione: 87 sono di M5s, 85 del Pd, 24 di Si, 16 del gruppo Misto, 7 di Scelta civica e 2 di Fi. Non è escluso tuttavia che il testo possa tornare in commissione Giustizia-Affari Sociali, proprio per facilitare questo adempimento, visto che sul ddl ‘pendono’ circa 1700 emendamenti e articoli soppressivi, la maggior parte dei quali presentati da Area Popolare. In caso di un ritorno in commissione è inevitabile che i tempi di approvazione del testo da parte della Camera, si dilateranno e slitteranno a settembre, alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva. “Sono emendamenti non di proposta, ma di conservazione dell’esistente” ha spiegato Daniene Farina, relatore Si del provvedimento alla Camera. “Ma l’esistente non va così bene – ha aggiunto -. A settembre c’è già l’accordo per il ritorno in commissione per andare all’esame delle proposte di modifica che ora non sono state possibili. Ma l’importante era incardinare il provvedimento in aula. So che non sarà una passeggiata, ma a noi questo va benissimo. Indietro non si torna”.
Il semplice fatto che oggi il ddl per la legalizzazione della cannabis è stato incadinato alla Camera, per il sottosegretario e senatore Benedetto Della Vedova, che guida l’intergruppo che ha seguito il provvedimento “è un fatto più che rivoluzionario, storico”. Della Vedova ha poi ribadito come il ddl sia un provvedimento “di esclusiva iniziativa prlamentare” escludendo ogni coinvolgimento di governo e maggioranza. “Stiamo superando il Medioevo – ha rilanciato Vittorio Ferrarese del M5S -. E’ la stessa giustizia che reclama a gran voce questo provvedimento di legge, visto che è il procuratore antimafia che ci ricorda che serve per snellire il lavoro dei tribunali. E chi è contro al testo perché afferma che la cannabis uccide, ma non c’è un solo morto scientificamente connesso al suo uso finora, lo sfido a votare contro e presentare subito un ddl per vietare l’uso di tabacco e alcool subito dopo Quelli sì che è certo che uccidano. Detto questo la proposta è perfettibile, ma il Paese ne ha bisogno…”.
Il senatore Pd Luigi Manconi, primo firmatario del provvedimento al Senato, invece, ha sottolineato il fatto che se nell’istituzione nota per l’imperare “di un atteggiamento arcigno e torvo ben 73 senatori hanno sottoscritto quel testo è un ottimo segnale. Si tratta di un numero assolutamente rilevante che apre le porte a un ottimismo ben temperato”. “Ora attendiamo contestazioni di merito – ha concluso – perché quelle sentite nella giornata di ieri erano fuori da qualsiasi quadro di razionalità medica, sociale, scientifica, e giuridica che ispira invece il testo che abbiamo presentato”. Il vicepresidente Fi del Senato Maurizio Gasparri ha smentito Della Vedova. “È veramente strano che alcuni organi di informazione non prendano atto che FI è decisamente contraria alla proposta di legge per la legalizzazione della cannabis. Lo ha ribadito oggi il capogruppo alla Camera, Brunetta, lo hanno detto in Commissione tanti nostri esponenti. Una posizione chiara e anche vincente. I promotori della legalizzazione della cannabis fanno solo propaganda ma incassano una sonora sconfitta. La proposta di legge non andrà avanti di un millimetro”. In sostanza, per l’esponente di Fi non c’è stata “nessuna votazione, anche perché la procedura seguita è stata inaccettabile”. “Nemmeno un voto sugli emendamenti in commissione – ha sottolineato Gasparri – dove il provvedimento tornerà e probabilmente morirà”.